In occasione dell’odierna Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, Papa Francesco celebra la santa Messa in Piazza San Pietro. Una celebrazione particolarmente vivace e colorata, arricchita dalla presenza di uomini e donne provenienti da tante parti del mondo. Amare il prossimo, avverte il Papa, significa farsi prossimi di tutti i viandanti abbandonati sulle nostre strade
Al termine della messa, dal Sagrato di Piazza San Pietro, che in questa occasione ha raccolto gente da ogni dove, il Papa ribadisce il senso dell’Eucarestia celebrata per la 105esima Giornata Mondiale del Migrante, cioè quello di rinnovare non solo la vicinanza ma l’attenzione concreta della Chiesa per le diverse categorie di persone vulnerabili.
In unione con i fedeli di tutte le Diocesi del mondo abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, per riaffermare la necessità che nessuno rimanga escluso dalla società, che sia un cittadino residente da molto tempo o un nuovo arrivato.
Per sottolineare tale impegno, dopo la recita dell’Angelus e il lunghissimo giro in papamobile, Francesco inaugura poi una scultura intitolata “Angels Unwares”, Angeli Inconsapevoli, realizzata dall’artista canadese Timothy Schmalz, grazie al suggerimento di padre Michael Czerny sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che verrà creato cardinale nel Concistoro del 5 ottobre prossimo. Il tema di quest’opera rimanda alla Lettera agli Ebrei in cui si legge: “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli”. E Francesco dice il perché l’ha voluta in mezzo alla piazza centro del mondo e della cristianità.
Tale scultura, in bronzo e argilla, raffigura un gruppo di migranti di varie culture e diversi periodi storici. Ho voluto questa opera artistica qui in Piazza San Pietro, affinché ricordi a tutti la sfida evangelica dell’accoglienza.
A togliere il telo bianco che copre la statua, una famiglia di camerunensi, che il Papa abbraccia e saluta. Poi il Pontefice si avvicina, tocca l’opera, posta accanto al Colonnato e visibile a tutti e la benedice. “Angels Unwares”, realizzata a grandezza naturale, raffigura appunto un gruppo di migranti e rifugiati, provenienti da diversi contesti culturali e razziali e anche da diversi periodi storici. Sono messi vicini, stretti, spalla a spalla, in piedi su una zattera, coi volti segnati dal dramma della fuga, del pericolo, del futuro incerto. All’interno di questa folla eterogenea di persone, spiccano al centro le ali di un angelo, come a suggerire la presenza del sacro tra di loro.
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