Cari fratelli e sorelle buon Natale! Oggi la Chiesa rivive lo stupore della Vergine Maria, di Giuseppe e dei pastori. Ha esordito così Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi pronunciato questa domenica di Natale in una Pazza San Pietro gremita, nonostante gli intensi controlli di sicurezza. Il potere del Bambino Gesù – ha detto Francesco – è un potere che ha creato l’universo; è il potere che rigenera la vita, perdona le colpe, riconcilia i nemici e trasforma il male in bene.
Oggi questo annuncio percorre tutta la terra e vuole raggiungere tutti i popoli, specialmente quelli colpiti dalla guerra, che sentono più forte il desiderio della pace.
Pace a tutti gli uomini e le donne della Siria, specialmente della città di Aleppo – con queste parole è iniziato il ‘giro’ delle nazioni del mondo del Pontefice. E’ tempo che le armi tacciano definitivamente – ha sottolineato Francesco con speranza.
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
Cari fratelli e sorelle, buon Natale!
Oggi la Chiesa rivive lo stupore della Vergine Maria, di san Giuseppe e dei pastori di Betlemme contemplando il Bambino che è nato e che giace in una mangiatoia: Gesù, il Salvatore.
In questo giorno pieno di luce, risuona l’annuncio profetico:
«Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace
Per questo la nascita di Gesù è accompagnata dal canto degli angeli che annunciano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).
Oggi questo annuncio percorre tutta la terra e vuole raggiungere tutti i popoli, specialmente quelli feriti dalla guerra e da aspri conflitti e che sentono più forte il desiderio della pace.
Pace agli uomini e alle donne nella martoriata Siria, dove troppo sangue è stato sparso. Soprattutto nella città di Aleppo, teatro nelle ultime settimane di una delle battaglie più atroci, è quanto mai urgente che rispettando il diritto umanitario si garantiscano assistenza e conforto alla stremata popolazione civile (che si trova in una situazione di estrema miseria). È tempo che le armi tacciano definitivamente e la comunità internazionale si adoperi attivamente perché si raggiunga una soluzione negoziale e si ristabilisca la convivenza civile nel Paese.
Pace alle donne e agli uomini dell’amata Terra Santa, scelta e prediletta da Dio. Israeliani e Palestinesi abbiano il coraggio e la determinazione di scrivere una nuova pagina della storia, in cui odio e vendetta cedano il posto alla volontà di costruire insieme un futuro di reciproca comprensione e armonia. Possano ritrovare unità e concordia l’Iraq, la Libia e lo Yemen
Concordia invochiamo per il caro popolo colombiano, che ambisce a compiere un nuovo e coraggioso cammino di dialogo e di riconciliazione. Tale coraggio animi anche l’amata Venezuela nell’intraprendere i passi necessari per porre fine alle attuali tensioni ed edificare insieme un avvenire di speranza per tutta la popolazione.
Pace a quanti, in diverse zone, stanno affrontando sofferenze a causa di costanti pericoli e persistenti ingiustizie. Possa il Myanmar consolidare gli sforzi per favorire la pacifica convivenza e, con l’aiuto della comunità internazionale, prestare la necessaria protezione e assistenza umanitaria a quanti ne hanno grave e urgente necessità. Possa la Penisola coreana vedere superate le tensioni che l’attraversano in un rinnovato spirito di collaborazione.
Pace a chi è stato ferito o ha perso una persona cara a causa di efferati atti di terrorismo, che hanno seminato paura e morte nel cuore di tanti Paesi e città. Pace – non a parole, ma fattiva e concreta – ai nostri fratelli e sorelle abbandonati ed esclusi, a quelli che soffrono la fame e a coloro che sono vittime di violenze. Pace ai profughi, ai migranti e ai rifugiati, a quanti oggi sono oggetto della tratta delle persone. Pace ai popoli che soffrono per le ambizioni economiche di pochi e l’avida ingordigia del dio denaro che porta alla schiavitù. Pace a chi è segnato dal disagio sociale ed economico e a chi patisce le conseguenze dei terremoti o di altre catastrofi naturali.
Pace ai bambini, in questo giorno speciale in cui Dio si fa bambino, soprattutto a quelli privati delle gioie dell’infanzia a causa della fame, delle guerre e dell’egoismo degli adulti.
Pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà, che ogni giorno lavorano, con discrezione e pazienza, in famiglia e nella società per costruire un mondo più umano e più giusto, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace c’è la possibilità di un futuro più prospero per tutti.
Cari fratelli e sorelle,
«un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio»: è il «Principe della pace». Accogliamolo!
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GLI AUGURI DI PAPA FRANCESCO DOPO LA BENEDIZIONE
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A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio augurio.
In questo giorno di gioia siamo tutti chiamati a contemplare il Bambino Gesù, che ridona la speranza ad ogni uomo sulla faccia della terra. Con la sua grazia, diamo voce e diamo corpo a questa speranza, testimoniando la solidarietà e la pace. Buon Natale a tutti!
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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