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Papa Francesco nella messa mattutina a Santa Marta, parte dall’odierna prima Lettura (Eb 10,32-39) per riflettere sul senso della perseveranza nel cammino della vita. L’autore della Lettera agli Ebrei “parla ai cristiani che stanno passando un momento buio”.
La vita cristiana non è un carnevale, non è festa e gioia continua; la vita cristiana ha dei momenti bellissimi e dei momenti brutti, dei momenti di tepore, di distacco, come ho detto, dove tutto non ha senso … il momento della desolazione. E in questo momento, sia per le persecuzioni interne sia per lo stato interiore dell’anima, l’autore della Lettera agli Ebrei dice: “Avete solo bisogno di perseveranza”. Sì. Ma perseveranza, perché? “Perché fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso ”. Perseveranza per arrivare alla promessa.
Nella catechesi, Papa Francesco mette a fuoco poi due elementi, una sorta di “ricetta” contro la desolazione: memoria e speranza. Come l’apostolo, rimarca che bisogna anzitutto richiamare alla memoria i momenti belli: “i giorni felici dell’incontro con il Signore”, “il tempo dell’amore”. E, in secondo luogo, avere speranza per quanto ci è stato promesso. La vita è fatta di questo, riconosce il Pontefice, momenti belli e altri brutti, l’importante è non “lasciarsi cadere”, non “andare indietro” nelle fasi di difficoltà.
Fare resistenza nei momenti brutti, ma una resistenza della memoria e della speranza, una resistenza con il cuore: il cuore, quando pensa ai momenti belli, respira, quando guarda alla speranza, può respirare, pure. Quella è la cosa che noi dobbiamo fare nei momenti di desolazione, per trovare la prima consolazione e la consolazione promessa dal Signore.
Infine, Papa Francesco ricorda il suo viaggio apostolico in Lituania, nel settembre 2018, e di come sia rimasto colpito dal coraggio di tanti cristiani, tanti martiri che hanno “perseverato nella fede”.
Anche oggi, tanti, tanti uomini e donne che stanno soffrendo per la fede ma ricordano il primo incontro con Gesù, hanno speranza e vanno avanti. Questo è un consiglio che dà l’autore della Lettera agli Ebrei per i momenti anche di persecuzione, quando i cristiani sono perseguitati, attaccati: “Abbiate perseveranza”.
E anche “quando il diavolo ci attacca con le tentazioni”, conclude, “con le nostre miserie”, bisogna “sempre guardare il Signore”, avere “la perseveranza della Croce ricordando i primi momenti belli dell’amore, dell’incontro con il Signore e la speranza che ci spetta”.
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Fonte vaticannews.va
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