Papa Francesco ha incontrato ieri i partecipanti al Congresso internazionale degli Abati Benedettini, in corso a Roma. il Pontefice ha ricordato che i monasteri sono oasi di spiritualità dove il mondo continua ad attingere la misericordia di Dio.
Il mondo di oggi – afferma il Papa – “dimostra sempre più chiaramente di avere bisogno di misericordia”: non di “uno slogan o una ricetta” ma del cuore stesso della vita cristiana che “rende attenti ai più bisognosi e solidali con loro”. E’ questa concretezza dell’amore che “manifesta l’autenticità e la credibilità del messaggio” che la Chiesa annuncia: “In questo tempo e in questa Chiesa chiamata a puntare sempre più sull’essenziale, i monaci e le monache custodiscono per vocazione un peculiare dono e una speciale responsabilità: quella di tenere vive le oasi dello spirito, dove pastori e fedeli possono attingere alle sorgenti della divina misericordia”.
Il motto sempre valido della tradizione benedettina “ora et labora” – sottolinea Francesco – “educa a trovare un rapporto equilibrato tra la tensione verso l’Assoluto e l’impegno nelle responsabilità quotidiane”. La contemplazione del volto misericordioso di Gesù si fa servizio per gli altri: “Cercando, con la grazia di Dio, di vivere da misericordiosi nelle vostre comunità, voi annunciate la fraternità evangelica da tutti i vostri monasteri sparsi in ogni angolo del pianeta; e lo fate mediante quel silenzio operoso ed eloquente che lascia parlare Dio nella vita assordante e distratta del mondo”.
Pur se vivete separati dal mondo – spiega il Papa – “la vostra clausura non è sterile, anzi, è una ricchezza” per l’umanità assetata di Dio: “Con la vostra tipica ospitalità, voi potete incontrare i cuori dei più smarriti e lontani, di quanti si trovano in una condizione di grave povertà umana e spirituale”.
Il Papa invita a non lasciarsi scoraggiare “se i membri delle comunità monastiche diminuiscono di numero o invecchiano”. E’ necessario, invece, testimoniare la fedeltà al carisma e avere il coraggio di fondare nuove comunità anche nei Paesi più difficili: “Il vostro servizio alla Chiesa è molto prezioso. Anche nel nostro tempo c’è bisogno di uomini e donne che non antepongono nulla all’amore di Cristo (cfrRegola di San Benedetto, 4,21; 72,11), che si nutrono quotidianamente della Parola di Dio, che celebrano degnamente la santa liturgia, che lavorano lieti e operosi in armonia con il creato”.
Nel suo saluto, l’Abate Primate Dom Notker Wolf, giunto a conclusione del suo mandato dopo 16 anni, ha ricordato che i monaci benedettini nel mondo sono circa 7mila. Le monache sono più del doppio: si vede –ha detto – che sono più devote. In quanto a vocazioni – ha precisato – non si è in un tempo forte, ma “non siamo pessimisti”. Ha quindi descritto brevemente tre attività svolte dai Benedettini: la formazione, che vede coinvolti circa 160mila studenti, l’accoglienza degli immigrati nei monasteri e il dialogo interreligioso, in particolare con i buddisti zen e i musulmani. Infine, ha espresso la propria gratitudine per la sfida della misericordia lanciata dal Papa a tutta la Chiesa.
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di Sergio Centofanti per la Radio Vaticana
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