“Non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità”. Papa Francesco va dritto al cuore del problema nel Messaggio pubblicato in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato, quest’anno dedicato all’acqua “elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere – scrive il Pontefice – è per molti difficile se non impossibile”.
Richiamando ad “una visione dell’uomo autentica e integrale” per prendersi meglio cura del pianeta – uno dei temi forti dell’enciclica Laudato si’ – Papa Francesco ricorda il “grave debito sociale” del mondo verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile. Parla della negazione di “un diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”.
Francesco sottolinea inoltre come l’acqua sia legata all’origine dell’uomo e delle grandi civiltà sorte proprio vicino ai corsi d’acqua per questo “prendersi cura delle fonti e dei bacini idrici – scrive il Papa – è un imperativo urgente”. Serve superare una mentalità utilitaristica perché “urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile”.
“Per noi cristiani, l’acqua – sottolinea Francesco – rappresenta un elemento essenziale di purificazione e di vita”. Il Battesimo è il sacramento della rinascita, “la fonte benedetta di una vita che più non muore”. “Il Signore chiede ancora di essere dissetato. Dare da bere, nel villaggio globale, non comporta solo gesti personali di carità, ma scelte concrete e impegno costante per garantire a tutti il bene primario dell’acqua”.
Sulla questione dei mari e degli oceani, il Papa esorta a raccogliere la sfida di cooperare, laddove manchino regolamentazioni e controlli, per proteggere le aree marine al di là dei confini nazionali. “Non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante. Anche per questa emergenza siamo chiamati a impegnarci, con mentalità attiva”.
L’auspicio di Papa Francesco è che “le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro per la comunità umana”. Da qui l’invito a pregare “perché sia salvaguardato chi rischia la vita sulle onde in cerca di un futuro migliore” e lo sprone alla politica perché si affrontino le sfide della nostra epoca come l’immigrazione ed i cambiamenti climatici, “con responsabilità, con lungimiranza guardando al domani, con generosità e in spirito di collaborazione, soprattutto tra i Paesi che hanno maggiori disponibilità”. Il pensiero del Papa va, infine, a quanti si prodigano nella tutela dei corsi d’acqua, del mare e degli oceani “nella prospettiva del bene comune dell’intera famiglia umana e non di interessi particolari”.
Benedetta Capelli- Città del Vaticano
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