Papa Francesco alla veglia di Pentecoste con i carismatici al Circo Massimo parla della «corrente di grazia» di questi 50 anni: «Ci unisce la testimonianza dei martiri»
«Non è tanto facile dimostrare a questo mondo che la pace è possibile, ma nel nome di Gesù, possiamo dimostrarlo oggi».
Papa Francesco, in un tardo pomeriggio romano soleggiato e ventilato, celebra al Circo Massimo il Giubileo d’Oro del Rinnovamento Carismatico cattolico e la preghiera ecumenica alla vigilia di Pentecoste. Sul palco, insieme al Pontefice, i leader del Rinnovamento Carismatico e i rappresentanti delle Chiese evangeliche, pentecostali e di altre confessioni religiose. L’incontro, al quale hanno partecipato più di 30 mila persone, è stato preceduto da ore di canti, letture e testimonianze ed è entrato nel vivo, prima di dare la parola al Papa, dalle mediazioni di padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, e del Pastore Giovanni Traettino della Chiesa evangelica della riconciliazione. Appena arrivato, Francesco, che da arcivescovo di Buenos Aires aveva sempre partecipato agli incontri dei carismatici, ha cantato con tutti i presenti il canto spagnolo «Vive Jesus, el Señor».
«Grazie della testimonianza che voi date oggi qui – ha detto il Papa – fa bene a tutti, fa bene a me». Francesco dopo aver citato il brano degli Atti che racconta la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste ha osservato: «Siamo qui in un Cenacolo, con il cuore aperto alla promessa del Padre, tutti qui professiamo che Gesù è il Signore! Lo Spirito Santo ci ha riuniti per stabilire legami di amicizia fraterna che ci incoraggino per il cammino verso l’unità, per la missione, per proclamare che Gesù è il Signore, Jesus es el Señor!».
Il compito è di «annunciare la Buona novella a tutti i popoli, che la pace è possibile: non è tanto facile dimostrare a questo mondo che la pace è possibile – ha aggiunto – ma nel nome di Gesù possiamo dimostrarlo oggi. Ma è possibile se noi siamo in pace fra noi. Se siamo in guerra fra noi non possiamo annunciare la pace. La pace è possibile dalla nostra confessione che Gesù è il Signore».
«Abbiamo differenze, questo è ovvio – ha detto Bergoglio – ma desideriamo essere una diversità riconciliata. Ecco, questa parola non dimenticarla: diversità riconciliata. Non è mia questa parola, è di un fratello luterano. E ora ci siamo riuniti a pregare insieme a chiedere la venuta dello Spirito Santo per proclamare la signoria di Gesù Cristo».
Francesco ha sottolineato come 50 anni fa lo Spirito non ha dato inizio a un’organizzazione ma «a una corrente di grazia, la corrente di grazia del movimento carismatico cattolico. Una corrente che nacque cattolica? No, ecumenica». Il Papa ha ricordato che la venuta dello Spirito «trasforma uomini chiusi a causa della paura in coraggiosi testimoni di Gesù», è lo Spirito a muovere all’evangelizzazione.
«Oggi abbiamo scelto di riunirci qui – ha spiegato Francesco – perché qui durante le persecuzione vennero martirizzati dei cristiani per il divertimento di quelli che stavano a guardare. Oggi ci sono più martiri cristiani di allora, quelli che uccidono i cristiani non gli domandano: sei cattolico? Ortodosso? Calvinista? Luterano? No. Sei cristiano? Sgozzato subito! Oggi ci sono più martiri dei primi tempi. Ci unisce la testimonianza dei martiri».
Bisogna allora «camminare insieme, lavorare insieme, amarci, e insieme cercare di spiegare le differenze e metterci d’accordo, ma in cammino. Se noi rimaniamo fermi mai, mai saremo d’accordo: lo Spirito ci vuole in cammino. 50 anni di corrente di grazia, che non ha statuti… Ma tutti al servizio della Chiesa: alla corrente non si possono porre dighe né si può chiudere lo Spirito Santo in una gabbia».
Nella Pentecoste che «fa nascere la Chiesa», lo Spirito «ci conduce perché il rinnovamento carismatico cattolico sia la strada per percorrere la via dell’unità. Nessuno di noi è il padrone, tutti siamo servi di questa corrente di grazia».
«Può darsi che questo modo di pregare non piaccia a qualcuno – ha aggiunto Francesco riferendosi all’espressività dei carismatici – ma si inserisce pienamente nella tradizione biblica: i salmi, e poi Davide che danzava davanti all’Arca dell’alleanza pieno di giubilo. E non cadiamo nell’atteggiamento dei cristiani con l’atteggiamento di Micol, che si vergognava di lodare Dio! Giubilo, allegria, gioia, frutto della medesima azione dello Spirito santo. O il cristiano sperimenta la gioia nel suo cuore o c’è qualcosa che non funziona!». Il Papa ha invitato a non dimenticare che l’annuncio cristiano «è sempre lieto».
Infine, Bergoglio ha ricordato che «il Rinnovamento carismatico è anche servizio all’uomo: battesimo, lode e servizio all’uomo sono uniti. Posso dar lode in modo profondo, ma se non aiuto i più bisognosi non basta. Non verremo giudicati per la nostra lode, ma per quanto avremo fatto per Gesù nei piccoli».
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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
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Nella sua meditazione, prima che Francesco prendesse la parola, padre Cantalamessa aveva detto: «Il fenomeno pentecostale e carismatico ha una vocazione e una responsabilità particolari, nei confronti dell’unità dei cristiani.La sua vocazione ecumenica appare ancora più evidente, se ripensiamo a ciò che avvenne all’inizio della Chiesa».
«Ora – aveva aggiunto il Predicatore della Casa Pontificia – noi abbiamo visto ripetersi sotto i nostri occhi questo stesso prodigio, su scala, questa volta, mondiale. Dio ha effuso il suo Spirito Santo su milioni di credenti, appartenenti a quasi tutte le denominazioni cristiane e, affinché non ci fossero dubbi sulle sue intenzioni, lo ha effuso con le stesse identiche manifestazioni, inclusa la più singolare che è il parlare in lingue».
di Andrea Tornielli per Vatican Insider
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