Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco nella Domenica delle Palme: chi sono io?

CITTA’ DEL VATICANO – A chi assomiglio? A Giuda o a Maria che piange il suo Gesù? Questa domanda, insieme ad altre sono risuonate in piazza San Pietro in questa domenica mattina; nell’omelia a braccio (diversa completamente da quella consegnata ai giornalisti in Sala Stampa) Francesco pone a se stesso, ed a ciascuno di noi, una serie di interrogativi ai quali siamo chiamati a rispondere in questa settimana Santa. Facciamoci una domanda propone Francesco: ‘chi sono io? chi sono io davanti al mio Signore? Chi sono io davanti a Gesù che entra a Gerusalemme?. E poi ancora: “Siamo capaci di lodare Cristo che entra a Gerusalemme? O ne prendiamo distanza? Chi sono io davanti a Gesù che soffre?”. E poi parla delle figure del Vangelo: “Abbiamo sentito un nome, Giuda. Trenta monete. Io sono come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi. I discepoli, che non capivano niente. Che dormivano mentre il Signore soffriva. Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, tradirlo. Sono io traditore? Sono io come Pilato, che quando vedo che situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumermi la responsabilità? Sono io come quella folla che non sapeva bene s’era in una riunione religiosa, in un giudizio o in un circo?  Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù? Scenda dalla Croce e noi gli crederemo, dicevano. Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore per dargli sepoltura? Sono io come i sacerdoti che bloccano il sepolcro per difendere la dottrina e bloccando così la vita? E poi il nuovo invito a riflettere, dal profondo del cuore: Chi sono io?

Decine di migliaia di persone hanno gremito Piazza San Pietro, dove alle 9.30 ha avuto inizio la celebrazione solenne della Domenica delle Palme, presieduta da Papa Francesco, che l’ha conclusa sul sagrato della Piazza con la recita dell’Angelus. In questa occasione si è celebrata anche la 29.ma Giornata della gioventù a livello diocesano sul tema “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). Come da tradizione c’è stato il passaggio della croce della Giornata mondiale della gioventù e dell’Icona mariana della Salus Populi Romani dalle mani dei giovani brasiliani a quelle dei coetanei polacchi, che le porteranno in pellegrinaggio sino a Cracovia, sede della prossima Gmg, nell’estate 2016.

La liturgia- riferisce in diretta la Radio Vaticana –  è iniziata con la benedizione dei tradizionali “parmureli” provenienti da Sanremo e Bordighera: tremila rami di palma intrecciati secondo l’antica tradizione del ponente ligure. Il “parmurelu” riservato al Papa è stato intrecciato con tre foglie di palma unite, a simboleggiare la Trinità. Gli olivi e i fiori che ornano Piazza San Pietro provengono dalla Puglia. In particolare, lo spazio intorno all’obelisco richiama l’accoglienza di Cristo a Gerusalemme. Il pastorale usato dal Papa è stato realizzato in legno di olivo dai detenuti del carcere di Sanremo.

Il Vangelo proposto dalla liturgia racconta la Passione del Signore secondo Matteo. Durante la preghiera dei fedeli c’è un’intenzione in francese per “i perseguitati a causa della fede”, affinché il “sacrificio d’amore” del Signore “sostenga la fedeltà e la mitezza dei cristiani” durante la prova. In cinese si pregherà per la pace tra i popoli e la giustizia nel mondo.

L’ANGELUS DI QUESTA DOMENICA

“Dove è il mio cuore? A quale di queste persone io mi assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana”.
L’Angelus che conclude la celebrazione è tutto dedicato ai giovani. Sulle scale del sagrato di Piazza San Pietro – e sotto gli occhi dei rispettivi arcivescovi, i cardinali Orani João Tempesta e Stanislaw Dziwisz – ragazze e ragazzi di Rio de Janeiro consegnano la Croce delle Giornate mondiale della gioventù ai loro coetanei di Cracovia, città che ospiterà il prossimo raduno nel 2016. Questa Croce, ricorda Papa Francesco, è il segno itinerante “dell’amore di Cristo per l’umanità” che ai giovani delle Gmg consegnò Giovanni Paolo II, che ora si appresta – afferma il Papa – a diventare “il grande patrono” di questi incontri. Ma prima c’è un altro incontro particolare, per il quale Papa Francesco chiede preghiere e sostegno: “In questo contesto ho la gioia di annunciare che, a Dio piacendo, il 15 agosto prossimo, a Daejeon, nella Repubblica di Corea, incontrerò i giovani dell’Asia nel loro grande raduno continentale”.

Il sorriso sul viso del Papa ritorna al termine della cerimonia, quando si intrattiene a lungo girando in auto, e spesso fermandosi per un bacio ai bambini e agli anziani, tra la folla accalcata sulle transenne e in particolare quando si concede – quasi venendone travolto – a un saluto a distanza ravvicinatissima con i ragazzi di Rio e Cracovia, che tentano di avere con lui l’ormai irrinunciabile selfie. a cura della Radio Vaticana
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