L’udienza generale di Papa Francesco
Papa Francesco, nell’udienza generali di oggi, porta a termine il ciclo di riflessioni sulle otto Beatitudini evangeliche.
L’ultima Beatitudine, come la prima, promette la felicità cioè il regno dei Cieli che sarà dei perseguitati per la giustizia come dei poveri in spirito. Si conclude così, dice il Papa, “un percorso unitario dipanato negli annunci precedenti”.
Il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito.
La vita del Vangelo dà fastidio al mondo
Ma questo tipo di esistenza, prosegue Francesco, non può essere approvato dal mondo che ha altre priorità. Le sue “strutture di peccato” non possono che rifiutare i valori delle Beatitudini e “dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore e un problema. E sottolinea:
Se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità. Questa parola “fastidio”, è chiave, perché la sola testimonianza cristiana, che fa tanto bene a tanta gente perché la segue, dà fastidio a coloro che hanno una mentalità mondana. La vivono come un rimprovero.
L’accanimento contro i cristiani nelle dittature europee
Papa Francesco riprende la lettura osservando che “quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento”. E il suo pensiero va alle persecuzioni del secolo scorso in Europa:
E’ curioso, attira l’attenzione vedere nelle persecuzioni dei martiri, crescere la ostilità fino all’accanimento. Basta vedere le persecuzioni del secolo scorso delle dittature europee: come si arriva all’accanimento contro i cristiani, contro la testimonianza cristiana e contro la eroicità dei cristiani.
La vicinanza del Papa ai martiri di oggi
Ma la persecuzione del mondo, osserva Papa Francesco, è anche liberazione dagli idoli del mondo e chi è rifiutato per causa di Cristo sa di aver trovato “qualcosa che vale più del mondo intero”. E il suo pensiero va ai cristiani anche oggi perseguitati:
È doloroso ricordare che, in questo momento, ci sono molti cristiani che patiscono persecuzioni in varie zone del mondo, e dobbiamo sperare e pregare che quanto prima la loro tribolazione sia fermata. Sono tanti, i martiri di oggi sono più che nei primi secoli. Esprimiamo a questi fratelli e sorelle la nostra vicinanza: siamo un unico corpo, e questi cristiani sono le membra sanguinanti del corpo di Cristo che è la Chiesa.
Attenzione però a non sentirsi sempre vittime
C’è però una distinzione da fare perché, afferma Papa Francesco, “non sempre il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione, “c’è anche un disprezzo che è colpa nostra” e questo accade quando i cristiani, sale della terra, perdono “il sapore di Cristo e del Vangelo”. E’ necessario allora, prosegue, “essere fedeli al sentiero umile delle Beatitudini, perché è quello che porta ad essere di Cristo e non del mondo”. La persecuzione ci fa somigliare a Cristo in croce, afferma ancora il Papa, a Lui che fu “disprezzato e reietto dagli uomini”. Ma “accogliere il suo Spirito ci può portare ad avere tanto amore nel cuore da offrire la vita per il mondo senza fare compromessi con i suoi inganni e accettandone il rifiuto”.
I compromessi con il mondo sono il pericolo: il cristiano sempre è tentato di fare dei compromessi con il mondo, con lo spirito del mondo. Questa – rifiutare i compromessi e andare per la strada di Gesù Cristo – è la vita del Regno dei cieli, la più grande gioia, la vera letizia.
Nelle persecuzioni Cristo è sempre accanto a noi
Il Papa conclude con un invito a non perdere il coraggio:
Nelle persecuzioni sempre c’è la presenza di Gesù che ci accompagna, la presenza di Gesù che ci consola e la forza dello Spirito che ci aiuta ad andare avanti. Non scoraggiamoci quando una vita coerente del Vangelo attira le persecuzioni della gente: c’è lo Spirito che ci sostiene, in questa strada.
Santa Caterina da Siena
Al termine della catechesi, il Papa è tornato a ricordare che oggi la Chiesa celebra la festa di Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa e compatrona d’Italia e d’Europa, invocando la sua protezione. Già alla Messa a Casa Santa Marta, vi si era soffermato pregando per l’unità dell’Europa. Nei saluti in lingua italiana, all’udienza generale, ha anche voluto sottolineare, in particolare, l’esempio di questa donna giovane e coraggiosa che, pur se analfabeta, rivolse tanti appelli ad autorità civili e religiose, a volte rimproveri o inviti all’azione, tra questi la pacificazione dell’Italia e il ritorno del Papa da Avignone a Roma. Una donna che influì nell’ambito civile, anche ai più alti livelli, e della Chiesa:
Questa grande figura di donna attinse dalla comunione con Gesù il coraggio dell’azione e quella inesauribile speranza che la sostenne nelle ore più difficili, anche quando tutto sembrava perduto, e le permise di influire sugli altri, anche ai più alti livelli civili ed ecclesiastici, con la forza della sua fede. Il suo esempio aiuti ciascuno a saper unire, con coerenza cristiana, un intenso amore alla Chiesa ad una efficace sollecitudine in favore della comunità civile, specialmente in questo tempo di prova. Chiedo a Santa Caterina che protegga l’Italia durante questa pandemia e protegga l’Europa, perché è Patrona d’Europa; che protegga tutta l’Europa perché rimanga unita.
Quindi, il Papa ha voluto ricordare la festa di San Giuseppe lavoratore, nel salutare i fedeli di lingua francese. “Per sua intercessione – ha detto – affido alla misericordia di Dio le persone colpite dalla disoccupazione a causa dell’attuale pandemia. Possa il Signore essere la Provvidenza di tutti i bisognosi e incoraggiarci ad aiutarli!”
Lo sguardo del Papa ha sempre presente l’orizzonte di dolore causato dal Covid-19, e per il mese di maggio si volge, quindi, alla preghiera del Rosario. Francesco torna a esortare tutti i fedeli a questa preghiera mariana, come aveva già fatto, con una Lettera, alcuni giorni fa. Lo rimarca, stamani, specialmente nel salutare i fedeli di lingua polacca:
Rimanendo nelle case a causa della pandemia, sfruttiamo questo tempo per riscoprire la bellezza di pregare il Rosario e la tradizione delle funzioni mariane. In famiglia, oppure individualmente, in ogni momento fissate con lo sguardo il Volto di Cristo e il cuore di Maria. La sua materna intercessione vi aiuti ad affrontare questo tempo di particolare prova.
Fonte Vatican News – Adriana Masotti/Debora Donnini