“Niente porte blindate nella Chiesa, tutto aperto!”. Così Papa Francesco nell’udienza generale in piazza San Pietro. “Ci sono posti nel mondo in cui non si chiudono le porte a chiave. Ancora ci sono, ma ce ne sono tanti dove le porte blindate sono diventate normali, anche per la sicurezza”, ha detto il Papa.
“Questo non ci stupisce; però, a pensarci, è un brutto segno! Non dobbiamo arrenderci all`idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società. E tanto meno alla vita della Chiesa. Sarebbe terribile! Una Chiesa inospitale, così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo. Niente porte blindate nella Chiesa, tutto aperto!”, ha detto Francesco, secondo il quale la porta “deve custodire, certo, ma non respingere”.
“Quanta gente ha perso la fiducia? Non ha il coraggio di bussare alla porta del nostro cuore cristiano, alle porte delle nostre chiese, e sono lì, non hanno il coraggio, gli abbiamo tolto la fiducia: per favore, questo non accada mai!”, ha detto Francesco.
“Con questa riflessione siamo arrivati alle soglie del Giubileo. Davanti a noi sta la grande porta della Misericordia di Dio, che accoglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono. La porta è generosamente aperta, ma noi dobbiamo coraggiosamente varcare la soglia.” Così è cominciato oggi Papa Francesco la sua catechesi su questo grande appuntamento. Il Pontefice ha voluto precisare nelle sue riflessioni:
Il Signore non forza mai la porta
… anche Lui chiede il permesso di entrare, come dice nel Libro dell’Apocalisse: «Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3,20). E nell’ultima grande visione di questo Libro, così si profetizza della Città di Dio: «Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno», il che significa per sempre, perché «non vi sarà più notte» (21,25).
Ci sono posti nel mondo in cui non si chiudono le porte a chiave. Ma ce ne sono tanti dove le porte blindate sono diventate normali. Questo non ci stupisce; però, a pensarci, è un brutto segno! Non dobbiamo arrenderci all’idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società. E tanto meno alla vita della Chiesa. Sarebbe terribile! Una Chiesa inospitale, così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo.
La porta non dev’essere forzata, al contrario,
… si chiede permesso, perché l’ospitalità risplende nella libertà dell’accoglienza, e si oscura nella prepotenza dell’invasione. La porta si apre frequentemente, per vedere se fuori c’è qualcuno che aspetta, e magari non ha il coraggio, forse neppure la forza di bussare. La porta dice molte cose della casa, e anche della Chiesa. La gestione della porta richiede attento discernimento e, al tempo stesso, deve ispirare grande fiducia. Vorrei spendere una parola di gratitudine per tutti i custodi delle porte: dei nostri condomini, delle istituzioni civiche, delle stesse chiese. Spesso l’accortezza e la gentilezza della portineria sono capaci di offrire un’immagine di umanità e di accoglienza all’intera casa, già dall’ingresso. C’è da imparare da questi uomini e donne, che sono custodi dei luoghi di incontro e di accoglienza della città dell’uomo!
Noi siamo custodi e servi della Porta di Dio
In verità, sappiamo bene che noi stessi siamo i custodi e i servi della Porta di Dio, che è Gesù. Egli ci illumina su tutte le porte della vita, comprese quelle della nostra nascita e della nostra morte. Egli stesso l’ha affermato: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). Gesù è la porta che ci fa entrare e uscire. Perché l’ovile di Dio è un riparo, non una prigione! Sono i ladri, quelli che cercano di evitare la porta, perché hanno intenzioni cattive, e si intrufolano nell’ovile per ingannare le pecore e approfittare di loro. Noi dobbiamo passare per la porta e ascoltare la voce di Gesù: se sentiamo il suo tono di voce, siamo sicuri, siamo salvi. Possiamo entrare senza timore e uscire senza pericolo. In questo bellissimo discorso di Gesù, si parla anche del guardiano, che ha il compito di aprire al buon Pastore (cfr Gv 10,2).
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IL SERVIZIO VIDEO a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO
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La famiglia di Nazareth
La Santa Famiglia di Nazareth sa bene che cosa significa una porta aperta o chiusa, per chi aspetta un figlio, per chi non ha riparo, per chi deve scampare al pericolo. Le famiglie cristiane facciano della loro soglia di casa un piccolo grande segno della Porta della misericordia e dell’accoglienza di Dio. E’ proprio così che la Chiesa dovrà essere riconosciuta, in ogni angolo della terra: come la custode di un Dio che bussa, come l’accoglienza di un Dio che non ti chiude la porta, con la scusa che non sei di casa.
di Francesco Rossi per Redazione Papaboys