Papa Francesco ha parlato nell’udienza di oggi delle opere di misericordia che riguardano l’insegnamento agli ignoranti ed il consiglio ai dubbiosi. Consigliare chi ha dei dubbi è un grande atto di amore, anche per coloro che hanno dubbi nella fede. E poi ha parlato della formazione delle scuole cristiane. Una riflessione anche sulle catechesi, che ci aiutano invece a superare i dubbi della fede. Non facciamo della fede una teoria astratta, ma viviamola nella quotidianità, condividendola con gli altri: sono le parole pronunciate questa mattina da Papa Francesco nel corso dell’udienza generale tenuta in Aula Paolo VI.
La grande certezza per uscire dai dubbi – ha continuato il Pontefice – è l’Amore di Dio. Dio ci ama tanto, e non fa mai retromarcia con il suo amore. Di questo amore dobbiamo sentire forte la responsabilità, offrendo misericordia ai nostri fratelli.
Le parole di Papa Francesco all’Udienza generale
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Finito il Giubileo oggi torniamo alla normalità. Restano però alcuni riflessioni su alcune opere di misericordia. Quindi così continuamo. La riflessione sulle opere di misericordia spirituale riguarda oggi due azioni fortemente legate tra loro: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti. Quelli che non sanno. E’ na parola trpo forte. Ma sono quello che non sanno. Sono opere che si possono vivere sia in una dimensione semplice, familiare, alla portata di tutti, sia – specialmente la seconda, quella dell’insegnare – su un piano più istituzionale, organizzato. Pensiamo ad esempio a quanti bambini soffrono ancora di analfabetismo, di mancanza di istruzione. Questo non si capisce …
È una condizione di grande ingiustizia che intacca la dignità stessa della persona. Senza istruzione poi si diventa facilmente preda dello sfruttamento e di varie forme di disagio sociale.
La Chiesa, nel corso dei secoli, ha sentito l’esigenza di impegnarsi nell’ambito dell’istruzione perché la sua missione di evangelizzazione comporta l’impegno di restituire dignità ai più poveri. Dal primo esempio di una “scuola” fondata proprio qui a Roma da san Giustino, nel secondo secolo, perché i cristiani conoscessero meglio la sacra Scrittura, fino a san Giuseppe Calasanzio, che aprì le prime scuole popolari gratuite d’Europa, abbiamo un lungo elenco di santi e sante che in varie epoche hanno portato istruzione ai più svantaggiati, sapendo che attraverso questa strada avrebbero potuto superare la miseria e le discriminazioni. Questi pionieri dell’istruzione avevano compreso a fondo l’opera di misericordia e ne avevano fatto uno stile di vita tale da trasformare la stessa società. Attraverso un lavoro semplice e poche strutture hanno saputo restituire dignità a tante persone! E l’istruzione che davano era spesso orientata anche al lavoro. È così che sono sorte molte e diverse scuole professionali, che abilitavano al lavoro mentre educavano ai valori umani e cristiani. L’istruzione, pertanto, è davvero una peculiare forma di evangelizzazione.
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Più cresce l’istruzione e più le persone acquistano certezze e consapevolezza, di cui tutti abbiamo bisogno nella vita. Una buona istruzione ci insegna il metodo critico, che comprende anche un certo tipo di dubbio, utile a porre domande e verificare i risultati raggiunti, in vista di una conoscenza maggiore. Ma l’opera di misericordia di consigliare i dubbiosi non riguarda questo tipo di dubbio. Esprimere la misericordia verso i dubbiosi equivale, invece, a lenire quel dolore e quella sofferenza che proviene dalla paura e dall’angoscia che sono conseguenze del dubbio. È pertanto un atto di vero amore con il quale si intende sostenere una persona nella debolezza provocata dall’incertezza.
Penso che qualcuno potrebbe chiedermi: “Padre, ma io ho tanti dubbi sulla fede, cosa devo fare? Lei non ha mai dei dubbi?”. Ne ho tanti, tanti … Certo che in alcuni momenti a tutti vengono i dubbi! I dubbi che toccano la fede, in senso positivo, sono un segno che vogliamo conoscere meglio e più a fondo Dio, Gesù, e il mistero del suo amore verso di noi. È un bene quindi che ci poniamo delle domande sulla nostra fede, perché in questo modo siamo spinti ad approfondirla. I dubbi, comunque, vanno anche superati. È necessario per questo ascoltare la Parola di Dio, e comprendere quanto ci insegna. Una via importante che aiuta molto in questo è quella della catechesi, con la quale l’annuncio della fede viene a incontrarci nel concreto della vita personale e comunitaria. E c’è, al tempo stesso, un’altra strada ugualmente importante, quella di vivere il più possibile la fede. Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano. Facciamo piuttosto della fede la nostra vita. Cerchiamo di praticarla nel servizio dei fratelli, specialmente dei più bisognosi. E allora tanti dubbi svaniscono, perché sentiamo la presenza di Dio e la verità del Vangelo nell’amore che, senza nostro merito, abita in noi e condividiamo con gli altri.
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Come si può vedere, cari fratelli e sorelle, anche queste due opere di misericordia non sono lontane dalla nostra vita. Ognuno di noi può impegnarsi nel viverle per mettere in pratica la parola del Signore quando dice che il mistero dell’amore di Dio non è stato rivelato ai sapienti e agli intelligenti, ma ai piccoli (cfr Lc 10,21; Mt 11,25-26). Pertanto, l’insegnamento più profondo che siamo chiamati a trasmettere e la certezza più sicura per uscire dal dubbio, è l’amore di Dio con il quale siamo stati amati (cfr 1 Gv 4,10). Un amore grande, quest è la grand certezza, gratuito e dato per sempre, di cui dobbiamo sentire forte la responsabilità, per esserne testimoni offrendo misericordia ai nostri fratelli. Grazie.
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I saluti di Papa Francesco al termine della Catechesi
Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto i partecipanti al Corso per missionari, promosso dalla Pontificia Università Salesiana e i responsabili dell’Unione Apostolica del Clero, accompagnati dal Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi. Saluto la delegazione del Comune di Fanano, con il Vescovo di Carpi, Mons. Francesco Cavina, e li ringrazio per il dono della scultura riguardante la misericordia.
Rivolgo infine un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica scorsa abbiamo concluso il Giubileo Straordinario. Non si è chiuso però il cuore misericordioso di Dio per noi peccatori, che non cesserà di inondarci con la sua grazia. Allo stesso modo non si chiudano mai i nostri cuori e non smettiamo di compiere sempre le opere di misericordia corporali e spirituali. L’esperienza dell’amore e del perdono di Dio che abbiamo vissuto in questo Anno Santo rimanga in noi come permanente ispirazione alla carità verso i fratelli..
+++ Il video servizio a cura del Centro Televisivo Vaticano +++
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Servizio di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys