Il portavoce vaticano interviene per smentire l’uso strumentale di una lettera di routine della Segreteria di Stato all’autrice di una serie di libri per bambini
Aveva scritto al Papa lo scorso 19 giugno lamentandosi degli attacchi subìti negli ultimi anni e sostenendo che alcune associazioni cattoliche attribuivano ai suoi libri contenuti che in realtà non c’erano. Francesca Pardi, fondatrice insieme alla sua compagna Maria Silvia Fiengo della casa editrice per l’infanzia «Lo Stampatello» e autrice di libri «gender» messi al bando dal sindaco di Venezia, ha ricevuto una lettera di risposta dalla Segreteria di Stato a firma dell’assessore, Peter Brian Wells. L’autrice, che aveva accompagnato la missiva al Pontefice al dono di una trentina di libri, ha dato pubblicità alla risposta ricevuta, sostenendo di essere stata incoraggiata da Francesco «ad andare avanti».
In realtà la lettera di risposta corrisponde a un formulario di routine, è stata predisposta dalla Segreteria di Stato ed è una delle sessantamila sulle quali l’assessore Wells appone la sua firma. La missiva vaticana, una decina di righe, dopo aver ringraziato per l’invio dei libri, afferma che «Sua Santità, grato per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito, auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani».
La presentazione della lettera come un avallo dell’attività editoriale della casa editrice e come una quasi benedizione dei contenuti gender, ha provocato la risposta da parte della Sala Stampa Vaticana. Il vicedirettore, padre Ciro Benedettini, ha infatti affermato: «In risposta a una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera».
Papa Francesco ha parlato più volte della teoria gender. Lo scorso 15 aprile, durante l’udienza in piazza San Pietro, aveva detto: «Per esempio mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro». E aveva aggiunto: «La rimozione della differenza è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti».
A cura di Redazione Papaboys fonti: Sala Stampa della Santa Sede, Radio Vaticana, TV2000, Vatican Insider (La Stampa)