Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Nessun rapporto umano è autentico senza fedeltà e lealtà”. Lo ha affermato Papa Francesco all’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. Proseguendo l’itinerario sui Comandamenti, Francesco dedica la catechesi di oggi al sesto che dice: “Non commettere adulterio” e subito va al cuore delle relazioni d’amore:
Non si può amare solo finché ‘conviene’; l’amore si manifesta proprio oltre la soglia del proprio tornaconto, quando si dona tutto senza riserve. Come afferma il Catechismo: “L’amore vuole essere definitivo. Non può essere ‘fino a nuovo ordine’.”
La fedeltà è infatti “la caratteristica della relazione umana libera, matura, responsabile”, anche nelle amicizie. Ed è Cristo, afferma il Papa, che ci mostra l’amore autentico, Lui è l’Amico fedele che ci accoglie e ci vuole bene anche quando sbagliamo o quando non lo meritiamo. E ciascuno di noi ha bisogno di questo amore incondizionato per non sentire in sé “una certa incompletezza”:
Il cuore umano cerca di riempire questo vuoto con dei surrogati, accettando compromessi e mediocrità che dell’amore hanno solo un vago sapore. Il rischio è quello di chiamare “amore” delle relazioni acerbe e immature, con l’illusione di trovare luce di vita in qualcosa che, nel migliore dei casi, ne è solo un riflesso.
Francesco sottolinea poi come spesso capiti tra due persone di sopravvalutare l’attrazione fisica che, piuttosto, dovrebbe aprire la strada a un rapporto personale autentico e fedele. E cita San Giovanni Paolo II, secondo cui l’essere umano è chiamato al ‘discernimento degli impulsi del proprio cuore’, mediante la perseveranza e la coerenza. Il matrimonio, prosegue Francesco, richiede perciò “un accurato discernimento sulla qualità del rapporto e un tempo di fidanzamento per verificarla”.
E prosegue: “Per accedere al Sacramento del matrimonio, i fidanzati devono maturare la certezza che nel loro legame c’è la mano di Dio”. Solo con il suo aiuto, e non sulla base della sola buona volontà o speranza, è possibile per loro dire ‘Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre’.” E qui a braccio Francesco spiega:
E per questo ci vuole, prima di ricevere il Sacramento del Matrimonio, ci vuole un’accurata preparazione, direi un catecumenato, perché si gioca tutta la vita nell’amore, e con l’amore non si gioca. Non si può dire ‘preparazione al matrimonio’ a tre o quattro conferenze date in parrocchia; no, questa non è preparazione: questa è finta preparazione. E la responsabilità di chi fa questo cade su di lui: sul parroco, sul vescovo che permette queste cose. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un Sacramento.
La fedeltà, afferma il Papa, riprendendo i fogli in mano, è infatti “un modo di essere, uno stile di vita”:
Si lavora con lealtà, si parla con sincerità, si resta fedeli alla verità nei propri pensieri, nelle proprie azioni. Una vita intessuta di fedeltà si esprime in tutte le dimensioni e porta ad essere uomini e donne fedeli e affidabili in ogni circostanza.
Questo sesto Comandamento, conclude, ci invita a guardare a Cristo, “che con la sua fedeltà può togliere da noi un cuore adultero. (…) Dal suo amore incondizionato deriva la costanza nei rapporti”.
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