Sancta Sedes

Papa Francesco: ‘Noi siamo nonni che devono sognare per aiutare i giovani’

Esattamente 25 anni fa il gesuita Jorge Mario Bergoglio veniva ordinato Vescovo ausiliare di Buenos Aires. Era il 27 giugno 1992. Oggi Papa Francesco ha ricordato l’evento celebrando insieme ai Cardinali la messa mattutina nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico. Le messe mattutine del Papa riprenderanno a settembre, dopo il viaggio in Colombia.

“Nella prima Lettura – ha detto il Papa nell’omelia – abbiamo sentito il dialogo tra Dio e Abramo, un dialogo iniziato con quel vattene… In questa continauzione trovoiamo tre imperativi: alzati, guarda, spera. Tre imperativi che segnano la strada che deve percorrere Abramo e anche il modo interiore”.

“Alzati. Cammina, non stare fermo. Hai un compito – ha aggiunto – devi farlo in cammino. Non rimanere seduto. In piedi. Abramo cammina. Il simbolo è la tenda, dice la Genesi. Costruì un altare per adorare Dio che gli ordinava di camminare. Guarda, alza gli occhi. Guarda l’orizzonte, non costruire muri, guarda sempre. E vai avanti. La mistica dell’orizzonte fa vedere l’orizzonte sempre più lontano. Spingere lo sguardo, camminando avanti verso l’orizzonte. Spera. L’erede uscirà da te, sarà da te: spera. E questo detto a un uomo che non poteva avere eredi. Da te! La tua eredità sarà come la polvere della terra, se uno può contare la polvere della terra potrà contare la tua discendenza. Guarda il cielo, conta le stelle se riesci. Così sarà la tua discendenza. E Abramo credette”.

“Niente muri, orizzonte! Spera – ha proseguito Francesco – e la speranza è senza muri. Quando Abramo fu chiamato aveva la nostra età. Stava per andare in pensione per riposarsi, comincia invece a quella età. Un uomo anziano con il peso della vecchiaia che porta dolori e malattie… alzati e vai come se fossi uno scout. Guarda, spera… E questa parola di Dio è anche per noi che abbiamo una età come quella di Abramo. A noi oggi il Signore ci dice lo stesso, alzati, guarda e spera. Non è ora di mettere la nostra vita in chiusura. Il Signore ci dice che la nostra storia è aperta con una missione fino alla fine. E i tre imperativi ci indicano la missione. Qualcuno che non ci vuole bene dice di noi che siamo la gerontocrazia della Chiesa: è una beffa. Non capisce quello che dice. Siamo dei nonni, dobbiamo dare ai nipoti il senso della vita. Nonni non chiusi nella malinconia, ma aperti per dare. Questi tre imperativi si chiama sognare, siamo nonni chiamati a sognare e darlo alla gioventù di oggi che potrà profetizzare. Simeone e Anna erano due anni, ma quanta capacità si sognare avevano… Questo è quello che il Signore ci chiede: di essere nonni, di avere la vitalità di dare ai giovani. Non chiudiamoci e diamo ai giovani il nostro meglio. Aspettano i nostri sogni positivi per portare avanti profezia e lavoro. Chiedo al Signore che ci dia questa grazia di essere nonni, di sognare e dare questo sogno ai giovani che ne hanno bisogno”.




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Prima della Messa il saluto del Cardinale Sodano, Decano del Sacro Collegio. “Oggi – ha detto il porporato – è un giorno importante per Lei e per la Chiesa. Noi cardinali siamo vicini a Lei e preghiamo per Lei in quest’ora impegnativa per la Chiesa. Un posto nel nostro cuore Lei lo ha già: Santo Padre avanti in nomine Domini!”.




Fonte www.acistampa.com

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