“Non possiamo negare le divisioni che ancora esistono fra di noi, discepoli di Gesù – questo sacro luogo ce ne fa avvertire con maggiore dolore il dramma”. Le differenze non devono paralizzarci – ha detto Francesco. “Così come è stata ribaltata la pietra del sepolcro così posso essere rimossi tutti gli ostacoli che impediscono la piena unità fra di noi”
Santità, amato fratello, amati fratelli tutti, apriamo il cuore allo Spirito Santo, lo Spirito dell’Amore, per camminare spediti verso il giorno benedetto della nostra rinnovata piena comunione. In questo nostro camino ci sentiamo sostenuti dalla preghiera di Gesù stesso ha elevato al Padre per i suoi discepoli da questa città: che siano una sola cosa, perchè il mondo creda! E quendo la disunione ci fa pessimisti e poco coraggiosi, silenziosi, andiamo tutti sotto il manto della Santa Madre di Dio, quando nell’anima cristiana ci sono turbolenze ed altro, soltanto sotto il manto della Santa Madre di Dio troviamo pace: che lei ci aiuti in questo cammino! – Con queste parole Papa Francesco ha concluso il suo intervento.
PIETRO E ANDREA PREGANO INSIEME PER L’UNITA’ DELLA CHIESA E DI TUTTI I CRISTIANI NELLA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO A GERUSALEMME
Parole del Patriarca Bartolomeo: “questa è la casa di Dio la porta del cielo. Siam venuti qui come la donna del mattino della resurrezione che porta la mirra al Sepolcro. Questo luogo irradia messaggi di speranza e vita. La morte, l’ultimo nemico, è stata sconfitto. Essa non detiene la parola finale della vita, è stata vinta dall’amore da colui che ha volontariamente accettato di morire per noi uomini. Cristo è risorto dai morti!
A quelli che giacevano nella tomba ha concesso la vita. La croce di Cristo si è addossata tutte le frecce del male. Chiunque è crocifisso in questa vita, vedrà la risurrezione dalla croce. Il futuro appartiene alla giustizia, all’amore, alla vita. Dobbiamo lavorare per questo fine! L’ultima parola nella storia non appartiene all’uomo ma a Dio. Qualsiasi sforzo della civiltà di modellare il futuro senza Dio, è vana presunzione. La paura dell’altro, ci spaventa!
In molte delle nostre società rimangono diffuse le discriminazioni razziali, permeando la vita delle persone. Il fanatismo religioso minaccia la pace nel mondo. Il messaggio del sepolcro: amare l’altro al di là delle differenze. L’odio porta alla morte, l’amore alla vita. 50 anni fa due grandi leader della Chiesa scacciarono il timore che aveva prevalso per un millennio. Una paura che ha tenuto lontane le Chiese, costituendosi gli uni contro gli altri. Quando si sono posti dinanzi a questo spazio sacro hanno scacciato le paure, i timori.
Ci siamo scambiati un’abbraccio d’amore per continuare il cammino dell’unità affinchè il mondo creda. Questo è il cammino che tutti i cristiani sono chiamati a seguire. La strada può essere lunga e faticosa. Può apparire in empasse. E’ l’unica via che porta all’adempimento della volontà del Signore: che tutti siano una cosa sola. Questa divina volontà si possa realizzare in unità con il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. Amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio”.
Parole di Papa Francesco: “in questa basilica in cui ogni cristiano guarda con speranza, giunge al suo culmine il pellegrinaggio in Terra Santa. Compiamo sulle orme dei predecessori il cammino verso l’unità. E’ una grazia straordinaria essere qui riuniti in preghiera. Il sepolcro vuoto è il luogo dove parte l’annuncio della Resurrezione. Il fondamento della fede che ci unisce, grazie alla quale professiamo che Gesù Cristo patì sotto Ponzio Pilato, e il terzo giorno risuscitò da morte. Ogni battezzato è spiritualmente risorto da questo sepolcro. Sepolti con lui per essere risuscitati e camminare in vita nuova. sostiamo davanti al sepolcro vuoto per riscoprire la fede nella resurrezione.
Siamo uomini della resurrezione e non della morte. Ogni ferita, sofferenza, dolore, sono state caricate sulle spalle del buon pastore che con il suo sacrificio ci ha aperto il passaggio verso la vita eterna. Non lasciamoci rubare il fondamento della nostra speranza. Non priviamo il mondo dell’annuncio della Resurrezione. Il Risorto chiama tutti noi fratelli. Non possiamo negare le divisioni che esistono tra di noi discepoli di Gesù. Siamo consapevoli che resta da percorrere tanta strada per realizzare la pienezza della comunione. Le divergenze non devono spaventarci e paralizzare il nostro cammino. Cos’ come è stata ribaltata la pietra dal sepolcro, così è possibile ribaltare tutte le differenze. Ogni volta che chiediamo perdono e di concederlo, noi facciamo esperienza di Resurrezione.
Manteniamo un dialogo con tutti i fratelli in Cristo, per trovare una forma di servizio che possa essere un servizio di amore e di comunione riconosciuto da tutti. Mentre sostiamo come pellegrini in questi luoghi, il pensiero va al medio oriente segnato da tensioni e conflitti. Non dimentichiamo tutti coloro che soffrono a motivo della guerra, della povertà, della fame. Così come tanti cristiani che si trovano a soffrire a causa delle persecuzione.
La sofferenza realizza l’ecumenismo del sangue, della sofferenza. Quelli che per odio alla fede uccidono non domandano se sono ortodossi o cattolici. Il sangue cristiano è lo stesso. Mettiamo da parte le esitazioni del passato e apriamo la strada allo spirito santo per camminare insieme spediti verso la piena comunione. Ci sentiamo sostenuti dalla preghiera stessa di Gesù che ha elevato al Padre: che siano una cosa sola perché il mondo creda. Quando la disunione ci fa pessimisti poco coraggiosi, sfiduciati, andiamo tutti sotto il manto della Santa Madre di Dio. in Lei troveremo pace. Ci aiuti la santa Vergine in questo cammino!” a cura della Redazione Papaboys
Nella foto: al termine dell’incontro Bartolomeo e Francesco si sono inginocchiati insieme ed hanno pregato sul Santo Sepolcro
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