Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Da pellegrino sulle orme di padre Pio, Papa Francesco arriva a Pietrelcina, il paese natale del Santo nel beneventano. L’aereo del Pontefice atterra a Piana Romana non lontano dalla piccola cappella dell’Olmo dove il giovane Francesco Forgione, il futuro san Pio, già a 10 anni si ritirava in preghiera. Il Papa ripercorre i passi del frate tra gli ulivi, simbolo di questa fiorente terra campana. La sosta nella cappella, davanti la statua del frate dove da poco è stato collocato un crocifisso, è un abbraccio solitario tra Francesco e padre Pio. Le telecamere restano fuori per un momento privato e intenso. Nel silenzio e nel raccoglimento c’è tutta la devozione del Papa, l’amore di un Padre verso una delle figure “più belle e luminose” del popolo di Pietrelcina.
Tra i pellegrini provenienti da tutto il mondo, componenti dei tantissimi gruppi di preghiera che san Pio incoraggiò, Francesco riceve il calore della gente. Saluta i bambini, i malati, i tanti giovani presenti, gli immigrati che sono forza lavoro nei campi della zona, gli anziani commossi dalla sua presenza. Sul palco dove campeggia l’immagine di un giovane padre Pio, il Papa sosta in preghiera dinanzi alla statua della Madonna della Libera di cui il Santo era devotissimo. Mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, chiede al Papa la riconferma della fede e ricorda i gravi problemi di questa terra: la debolezza delle infrastrutture a dispetto delle sue grandi potenzialità.
Nel discorso ai presenti, Francesco ricorda “la lunga e feconda vicenda e spirituale” di padre Pio, “figlio devoto” che sperimentò sempre “la maternità della Chiesa”, imparando a “riconoscere nei poveri la carne del Signore”.
Amava la Chiesa, amava la Chiesa con tutti i suoi Amava la Chiesa, amava la Chiesa on tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati – perché tutti noi siamo peccatori ci vergogniamo – ma lo Spirito di Dio ci ha convocato a questa Chiesa che è santa. E lui amava la Chiesa santa e i figli peccatori, tutti. Questo era san Pio.
Ricordando il soggiorno a Pietrelcina di padre Pio per motivi di salute, nel settembre 1911, il Papa ricorda che non c’erano gli antibiotici ma “ci si curava – dice – tornando dalla mamma, a mangiare le cose che fanno bene”. “Questa era la sua nobiltà – afferma Francesco riferendosi al Santo – mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia”. Il Papa sottolinea poi il periodo non facile, i tormenti del frate per gli attacchi del demonio. E’ nella linfa vitale della preghiera, la risposta “ai brutti fantasmi” che si vanno introducendo nella sua mente. E’ nell’abbandono a Gesù che tutto sparisce.
Ma qui c’è tutta la teologia! Tu hai un problema, tu sei triste, sei ammalato. Ma, abbandonati nelle braccia di Gesù. Tutto questo. E questo ha fatto lui. Amava Gesù e si fidava di Lui.
“Questo umile frate cappuccino – dice il Papa – ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo”.
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Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, voi possiate diventare pure strumenti dell’amore di Dio, dell’amore di Gesù verso i più deboli. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione, cioè essere sempre uniti e in pace tra noi, perché solo la comunione edifica e costruisce. Un paese che litiga tutti i giorni non cresce, non si costruisce; spaventa la gente. È un paese malato e triste. Per favore pace fra voi; comunione fra voi. E se a qualcuno di voi viene voglia di chiacchierare di un altro, mordete la lingua. Vi farà bene, bene all’anima, perché la lingua si gonfierà, ma vi farà bene; anche al paese.
L’augurio del Papa è di attingere agli insegnamenti di padre Pio “in un momento non facile come quello presente”, con l’invecchiamento della popolazione, i giovani costretti ad emigrare. Guardare al Santo per offrire “prospettive concrete per un futuro di speranza” alle nuove generazioni e “un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani”, patrimonio delle comunità. “I vecchi – afferma il Papa – sono un tesoro, sono la saggezza”.
Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità.
L’ultima raccomandazione è di custodire “la testimonianza cristiana e sacerdotale di san Pio” per vivere in pienezza la vita, “nello stile delle Beatitudini e con le opere di misericordia”. La preghiera dell’Ave Maria e la benedizione del Papa chiudono l’incontro di Francesco con la gente di Pietrelcina che oggi ancora di più sente l’amore per il suo figlio prediletto e santo, quel bimbo che amava pregare tra gli alberi, che amava Gesù già con tutto se stesso.
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