Spingersi con coraggio verso le frontiere missionarie ed essere vicino ai semplici. E’ l’esortazione del Papa nel discorso rivolto ai circa 40 partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Francesco li ha ricevuti stamani in Vaticano. La Congregazione è dedita soprattutto all’istruzione cristiana dei giovani, alle missioni e all’apostolato della stampa.
Quando si devono aggiornare le Costituzioni di una Congregazione religiosa, non si può andare avanti senza la dimensione della memoria, “memoria del passato” e “della storia dei fondatori”. Per andare avanti serve anche la memoria “dei peccati della congregazione”. Lo sottolinea Francesco nel discorso al Capitolo Generale dei chierici Mariani, riunito proprio per riflettere sugli ordinamenti. Quindi, fedeltà al carisma del fondatore ma anche cuore e mente “aperti alle nuove necessità della gente”.
Non siamo principi, siamo vicini ai semplici
Francesco chiede dunque ai Chierici Mariani di mantenere vivo l’impegno per i poveri, un tratto che caratterizza fin dalla nascita la loro famiglia religiosa così come caratterizzò la vita del loro fondatore, san Stanislao di Gesù e Maria Papczynski, vissuto nella seconda metà del 1600 e canonizzato nel giugno dello scorso anno:
“La testimonianza cristiana richiede anche l’impegno con e per i poveri, un impegno che caratterizza il vostro Istituto fin dalle origini. Vi incoraggio a mantenere viva questa tradizione del servizio alle persone povere e umili, attraverso l’annuncio del Vangelo con linguaggio a loro comprensibile, con le opere di misericordia e il suffragio dei defunti”.
L’esortazione è alla vicinanza alla gente semplice, che ha ricevuto la fede proprio dalla semplicità delle mamme e delle nonne:
“Noi non siamo principi, figli di principi o di conti o di baroni, siamo gente semplice, il popolo. E per questo ci avviciniamo con questa semplicità ai semplici e a quelli che soffrono di più: i malati, i bambini, gli anziani abbandonati, i poveri, tutti … E questa povertà è al centro del Vangelo perché è la povertà di Gesù, non la povertà sociologica, quella di Gesù”.
Spingersi verso frontiere missionarie con linguaggi comprensibili per il nostro tempo
Significativa nella storia dei Chierici Mariani anche la figura del beato Giorgio Matulaitis, che s’impegnò nella riforma delle Costituzioni dell’antico ordine. Forte la sua eredità spirituale di totale dedizione alla Chiesa e all’uomo. Un aspetto che Francesco sottolinea per evidenziare l’atteggiamento che negli ultimi decenni ha ispirato le iniziative dell’Istituto, volte a diffondere il carisma nei Paesi poveri, specialmente in Asia e Africa. Oggi sono 20 i Paesi del mondo abbracciati dall’opera della Congregazione:
“La grande sfida dell’inculturazione vi chiede oggi di annunciare la Buona Novella con linguaggi e modi comprensibili agli uomini del nostro tempo, coinvolti in processi di rapida trasformazione sociale e culturale. La vostra Congregazione vanta una lunga storia, scritta da coraggiosi testimoni di Cristo e del Vangelo. In questa scia siete chiamati oggi a camminare con rinnovato zelo per spingervi, con libertà profetica e saggio discernimento – tutti e due insieme! – su strade apostoliche e frontiere missionarie, coltivando una stretta collaborazione con i Vescovi e le altre componenti della Comunità ecclesiale”.
Cogliere gli appelli dell’umanità bisognosa: non poche le situazioni di disagio morale e materiale
L’urgente necessità di “testimoniare il messaggio evangelico a tutti, senza distinzioni”, costituisce “il vasto campo del vostro apostolato”, rileva Francesco, e non sono poche le situazioni di ingiustizia e di disagio morale e materiale che interpellano i credenti:
“Solo cuori pienamente aperti all’azione della Grazia sono in grado di interpretare i segni dei tempi e di cogliere gli appelli dell’umanità bisognosa di speranza e di pace. Cari fratelli, sull’esempio del vostro Fondatore siate coraggiosi nel servizio di Cristo e della Chiesa, rispondendo alle nuove sfide e alle nuove missioni, anche se umanamente possono sembrare rischiose”.
E infatti di fronte alla “piccolezza dei mezzi” e alla “nostra indegnità”, centrale è l’atto di fede nella potenza del Signore:
“Il Signore può, il Signore è capace. E la nostra piccolezza è proprio il seme, il seme piccolino, che poi germoglia, cresce, il Signore lo annaffia. E così va avanti. Ma il senso di piccolezza è proprio il primo slancio verso la fiducia della potenza di Dio: ‘Andate, andate avanti su questa strada’”.
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+++ Il video servizio a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO +++
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Il servizio è di Debora Donnini per la Radio Vaticana