“Uscire, partire in fretta”, mettendosi in cammino verso gli uomini e le donne di oggi. Così il Papa ricevendo l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo. Le vocazioni scarseggiano, l’età media avanza, si rischia di cadere nella “rassegnazione”, nota, ma con “l’audacia” dello Spirito Santo si può comunicare la Buona Notizia anche in tempi duri e delicati per poter abitare le periferie del pensiero e le periferie esistenziali
Giada Aquilino – Città del Vaticano
Mettersi “in cammino”, con “l’audacia” che viene dallo Spirito Santo e “la creatività” dell’Apostolo delle genti. Questa la raccomandazione di Papa Francesco alle partecipanti all’11.mo capitolo generale dell’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo, una sessantina, ricevute stamani in Sala Clementina in Vaticano. Nel mese missionario straordinario in corso, il Pontefice esorta le religiose, provenienti da 52 Paesi, a “uscire, partire in fretta”, comunicando “con la vita e le opere apostoliche la Buona Notizia agli uomini e alle donne di oggi”
Evidenziando il tema della loro riflessione, “‘Alzati e mettiti in cammino’, confidando nella Promessa”, introdotto nel saluto della superiora generale, suor Anna Caiazza, appena eletta, il Pontefice richiama l’esperienza di Mosè, di Abramo, di Elia e più in generale “del popolo di Dio”.
La storia della salvezza, sia della singola persona sia del popolo, è radicata nella disponibilità a partire, a lasciare, a mettersi in cammino, non per propria iniziativa, ma come risposta alla chiamata e nell’affidamento alla promessa. È l’esperienza della Grazia – direbbe San Paolo – che ci è stata donata in Gesù Cristo. «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». E questo vale non solo per la chiamata, ma anche per il nostro presente e il nostro futuro: «Senza di me non potete far nulla».
Riallacciandosi al magistero di San Giovanni Paolo II, Francesco ricorda che “in questi tempi delicati e duri”, è “più che mai” necessaria la fede.
Molti dicono che la vita consacrata sta attraversando un inverno. Può darsi che sia così, perché le vocazioni scarseggiano, l’età media avanza e la fedeltà agli impegni assunti con la professione non è sempre quella che dovrebbe essere. In questa situazione, la grande sfida è attraversare l’inverno per rifiorire e portare frutto.
Durante la celebrazione Papa Francesco ha piantato un albero, un leccio di Assisi, come gesto visibile di un’ecologia integrale. L’evento ha incluso una preghiera di consacrazione del Sinodo all’intercessione di San Francesco
La celebrazione e il forte gesto simbolico del leccio di Assisi che verrà piantato nel cuore della Chiesa universale saranno un’opportunità per “comunicare l’importanza del Tempo del Creato. È il primo gesto visibile di Papa Francesco dopo il suo invito alla Chiesa mondiale a celebrare questo “periodo di più intensa orazione e azione a beneficio della casa comune”, e per “comunicare l’importanza del Sinodo amazzonico e proporre San Francesco come modello e guida per il processo sinodale”. L’evento per questo includerà una preghiera di consacrazione del Sinodo all’intercessione di San Francesco, affinché questo processo costituisca un passo fecondo per discernere nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale in questa regione critica come l’Amazzonia.
L’iniziativa, che prevede la partecipazione di leader indigeni e della Chiesa, si svolgerà nei Giardini vaticani alle 12.30 per iniziativa dell’Ordine dei Frati minori, della Repam (Rete Ecclesiale Panamazzonica) e del Gccm (Global Catholic Climate Movement).
La festa di San Francesco d’Assisi di quest’anno ha un’importanza speciale. Si verifica infatti la concomitanza di diverse date simboliche. Ha luogo solo 2 giorni prima del Sinodo dell’Amazzonia, il primo sinodo sul tema dell’ecologia integrale. La festa di San Francesco chiude il Tempo del Creato, la celebrazione annuale che si svolge tra il 1* settembre e il 4 ottobre, che per la prima volta è stata proclamata ufficialmente da Papa Francesco per la Chiesa cattolica. Infine, accade poco prima della celebrazione del 40esimo Anniversario della proclamazione di San Francesco come patrono dei cultori dell’ ecologia (29 novembre) da parte di San Giovanni Paolo II.
Papa Francesco ha già piantato un albero nei Giardini vaticani l’8 giugno 2014 in occasione dell’incontro da lui promosso per la pace in Medio Oriente, al quale con i Presidenti israeliano Shimon Peres e palestinese Abu Mazen partecipò anche il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I
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