Papa Francesco dona consigli per uscire dalle crisi
Papa Francesco ha ricevuto in udienza ai membri dell’International Catholic Legislators Network.
L’udienza
Scusandosi per il fatto di non poter parlare in piedi, “ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo da seduto”, Francesco ringrazia l’International Catholic Legislators Network – già ricevuto in udienza negli anni precedenti – per il lavoro svolto in questi undici anni. Un lavoro di accompagnamento, promozione e sostegno all’opera della Santa Sede nei propri Paesi e nella comunità internazionale. Nel suo discorso, il Papa si concentra sulla realtà odierna: “Un momento critico della storia”, dice, gravemente segnato dalla pandemia di Covid che sembra accanirsi sempre di più.
Abbiamo certamente registrato progressi significativi nella creazione e nella distribuzione di vaccini efficaci, però ci rimane ancora molto lavoro da portare a termine. Ci sono stati già più di duecento milioni di casi confermati e quattro milioni di morti per questa piaga terribile, che ha causato anche tanta rovina economica e sociale
“Dalla crisi non si esce da soli”
Il ruolo di parlamentari è dunque più che mai importante. “Preposti a servire il bene comune, ora siete chiamati a collaborare, attraverso la vostra azione politica, a rinnovare integralmente le vostre comunità e la società intera”, afferma Francesco. L’obiettivo non è solo “sconfiggere il virus” e nemmeno “tornare allo status quo antecedente la pandemia. No, sarebbe una sconfitta!”, bensì “affrontare le cause profonde che la crisi ha rivelato e amplificato: la povertà, la disuguaglianza sociale, l’estesa disoccupazione e le mancanze di accesso all’educazione”.
“Fratelli e sorelle, da una crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggiori. Da una crisi non si esce da soli: usciremo insieme o non potremo uscirne.”
Una buona politica è indispensabile per la pace sociale
Un lavoro non facile di per sé, ancora di più in “un’epoca di perturbazione e polarizzazione politica”, in cui “i parlamentari e i politici più in generale non sono sempre tenuti in grande stima”. Tuttavia, annota il Papa, “quale chiamata più alta esiste che quella di servire il bene comune e dare priorità al benessere di tutti, prima del tornaconto personale?”
Una buona politica è indispensabile per la fraternità e la pace sociale
La sfida delle nuove tecnologie
In questo orizzonte, una delle maggiori sfide di oggi è “l’amministrazione della tecnologia per il bene comune”, rileva il Pontefice. Sicuramente “le meraviglie della scienza e della tecnologia moderna hanno aumentato la nostra qualità di vita”; tuttavia, “abbandonate a loro stesse e alle sole forze del mercato, senza gli opportuni orientamenti impressi dalle assemblee legislative e delle altre pubbliche autorità guidate dal senso di responsabilità sociale, queste innovazioni possono minacciare la dignità dell’essere umano”.
“Non si tratta di frenare il progresso tecnologico”, chiarisce il Papa, ma “di proteggere la dignità umana quando essa viene minacciata”. E gli strumenti della politica e della regolazione permettono ai parlamentari di farlo.
Il Papa elenca alcuni di questi attacchi contro la persona provenienti dal web: “Penso alla piaga della pornografia minorile, allo sfruttamento dei dati personali, agli attacchi alle infrastrutture critiche come gli ospedali, alle falsità diffuse tramite i social e così via”.
“Una legislazione attenta può e deve guidare l’evoluzione e l’applicazione della tecnologia per il bene comune”
Cittadini responsabili e leaders preparati
L’incoraggiamento è dunque “ad assumere il compito di una seria e approfondita riflessione morale sui rischi e le opportunità insiti nel progresso scientifico e tecnologico, affinché la legislazione e le norme internazionali che li regolano possano concentrarsi sulla promozione dello sviluppo umano integrale e della pace, piuttosto che sul progresso fine a sé stesso”.
Insieme a questo monito, il Papa rivolge ai membri dell’International Catholic Legislators Network anche l’invito a “promuovere lo spirito di solidarietà, a partire dalle necessità delle persone più deboli e svantaggiate”. “L’impegno dei cittadini, nei diversi ambiti di partecipazione sociale, civile e politica, è imprescindibile”, afferma.
“Per guarire il mondo, duramente provato dalla pandemia, e per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile in cui la tecnologia serva i bisogni umani e non ci isoli l’uno dall’altro, c’è bisogno non solo di cittadini responsabili ma anche di leaders preparati e animati dal principio del bene comune”.
Articolo di Salvatore Cernuzio