Le parole di Papa Francesco nell’udienza generale di oggi, dedicata alla penultima invocazione del Padre Nostro: “Non abbandonarci alla tentazione”.
Papa Francesco nell’udienza generale di oggi, si sofferma nell’invocazione del Padre Nostro: “Non abbandonarci alla tentazione”. “I cristiani non hanno a che fare con un Dio invidioso, in competizione con l’uomo, o che si diverte a metterlo alla prova”. “Non abbandonarci alla tentazione”. Come è noto, ha aggiunto, “l’espressione originale greca contenuta nei Vangeli è difficile da rendere in maniera esatta, e tutte le traduzioni moderne sono un po’ zoppicanti. Su un elemento però possiamo convergere in maniera unanime: comunque si comprenda il testo, dobbiamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo.
Come se Dio stesse in agguato per tendere insidie e tranelli ai suoi figli. Un’interpretazione di questo genere contrasta anzitutto con il testo stesso, ed è lontana dall’immagine di Dio che Gesù ci ha rivelato”. Per il Papa, “le invocazioni più difficili del ‘Padre nostro’, quelle che chiudono il testo, sono già state esaudite: Dio non ci ha lasciato soli, ma in Gesù Egli si manifesta come il ‘Dio-con-noi’ fino alle estreme conseguenze”. “Se siamo tentati di compiere il male, negando la fraternità con gli altri e desiderando un potere assoluto su tutto e tutti – ha osservato il Santo Padre -, Gesù ha già combattuto per noi questa tentazione: lo attestano le prime pagine dei Vangeli. Subito dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, in mezzo alla folla dei peccatori, Gesù si ritira nel deserto e viene tentato da Satana. Ma Gesù respinge ogni tentazione ed esce vittorioso”.
Dio veglia nel tempo in cui l’uomo conosce la sua prova
“Nel tempo dell’agonia, Dio chiede all’uomo di non abbandonarlo, e l’uomo invece dorme. Nel tempo in cui l’uomo conosce la sua prova, Dio invece veglia. Quella notte di dolore e di lotta sono l’ultimo sigillo dell’Incarnazione: Dio scende a trovarci nei nostri abissi e nei travagli che costellano la storia”. Lo ha ricordato Papa Francesco nell’udienza generale di oggi, citando la preghiera nel Getsemani di Gesù. “È il nostro conforto nell’ora della prova: sapere che quella valle, da quando Gesù l’ha attraversata, non è più desolata, ma è benedetta dalla presenza del Figlio di Dio. Lui non ci abbandonerà mai! Allontana dunque da noi, o Dio, il tempo della prova e della tentazione. Ma quando arriverà per noi questo tempo – ha concluso il Papa -, mostraci che non siamo soli, che il Cristo ha già preso su di sé anche il peso di quella croce, e ci chiama a portarla con Lui, abbandonandoci fiduciosi all’amore del Padre”.
PREGHIAMO PER CHI NON HA LAVORO
“Oggi celebriamo la Memoria di San Giuseppe lavoratore. La figura dell’umile lavoratore di Nazareth ci orienti sempre verso Cristo; sostenga il sacrificio di coloro che operano il bene e interceda per quanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale, nel giorno della festa del Primo Maggio. “Preghiamo specialmente per quanti non hanno lavoro, che è una tragedia mondiale di questi tempi”, ha concluso.
5 bambini sulla “papamobile”
Papa Francesco, a bordo della ‘papamobile’ scoperta, è entrato in Piazza San Pietro. Erano circa 15.000, secondo i dati della Prefettura della Casa Pontificia, i pellegrini presenti in piazza, provenienti come sempre da tutto il mondo. Tra i gruppi più numerosi, quelli del Gruppo Scout di Pontinia (400 persone), della parrocchia San Carlo da Sezze di Acilia-Roma (200), dell’Unità pastorale Santa Maria Assunta, San Lorenzo, San Rufo di Caserta (200), dell’Organizzazione cristiano-sociale Ticinese, dalla Svizzera (200).
Appena entrato in piazza, Francesco ha fatto fermare la ‘jeep’ e ha fatto salire a bordo cinque piccoli scout – tre bambine e due bambini, con berretti rossi e verdi – che poi ha portato con sé per tutto il suo itinerario tra la folla dei pellegrini.
(Fonte agensir.it – Rai News)
Redazione Papaboys