“Sarebbe bello che la Parola di Dio diventasse sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale”. Così Papa Francesco ai partecipanti al Congresso della Federazione Biblica Cattolica che si conclude oggi a Roma. La Parola è viva, ha detto, e non lascia tranquilli. Mai Bibbia e vita siano separate
L’ultima giornata del Congresso internazionale della Federazione Biblica Cattolica, è iniziata stamattina alle ore 8 con una solenne Celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro e una visita guidata della Basilica stessa. Al centro della giornata l’udienza con Papa Francesco in Sala Clementina, alle 12. Poi la conferenza conclusiva del card. Luis Antonio Tagle, presidente della Federazione che quest’anno celebra il 50.esimo della fondazione. L’attesa delle parole del Papa era forte in tutti i partecipanti, perché sempre fonte preziosa di ispirazione per il loro impegno, non solo teorico, a servizio della Chiesa per diffondere sempre di più la Parola di Dio. E proprio: correte per incontrare e annunciare la Parola viva, è stato l’invito che il Papa ha rivolto loro a conclusione del suo discorso.
Due le parole su cui si è sviluppato il Congresso di questi giorni ‘Bibbia e vita’ e Francesco le definisce “un binomio inscindibile” perché la parola di Dio è viva, resta sempre giovane e fa rimanere giovane chi la mette in pratica. E afferma:
È importante ricordare che lo Spirito Santo, il Vivificatore, ama operare attraverso la Scrittura. La Parola porta infatti nel mondo il respiro di Dio, infonde nel cuore il calore del Signore. Tutti i contributi accademici, i volumi che si pubblicano sono e non possono che essere al servizio di questo.
Gli studi sono legna che alimenta il fuoco, prosegue il Papa, ma il fuoco è lo Spirito ed è Lui che fa ardere la Scrittura nel cuore e la trasforma in vita. “Ma la Bibbia non è una bella raccolta di libri sacri da studiare, è Parola di vita da seminare”, per questo il Papa sottolinea l’importanza della predicazione, delle omelie, che dovrebbero essere “condivisione dello Spirito, della Parola divina che ha toccato il cuore del predicatore”.
Tante parole affluiscono quotidianamente alle nostre orecchie, trasmettendo informazioni e dando molteplici input; tante, forse troppe, al punto da superare spesso la nostra capacità di accoglierle. Ma non possiamo rinunciare alla Parola di Gesù, all’unica Parola di vita eterna, di cui abbiamo bisogno ogni giorno.
L’auspicio del Papa è che nella Chiesa fiorisca, come si legge nell’Esortazione apostolica “Verbum Domini”, un più grande amore per la sacra Scrittura e che la Parola di Dio sia sempre più al cuore di ogni sua attività.
È desiderio dello Spirito plasmarci come Chiesa “formato-Parola”: una Chiesa che non parli da sé o di sé, ma che abbia nel cuore e sulle labbra il Signore, che quotidianamente attinge dalla sua Parola. La tentazione è invece sempre quella di annunciare noi stessi – è il peccato di sempre – e di parlare delle nostre dinamiche, ma così non si trasmette al mondo la vita.
Francesco descrive le caratteristiche della Parola: spada tagliente che “discerne pensieri e sentimenti” portando alla luce la verità. Essa insegna “a rinunciare a sé stessi per annunciare Lui”.
La Parola porta a vivere in modo pasquale: come seme che morendo dà vita, come uva che attraverso il torchio dà vino, come olive che danno olio dopo essere passate nel frantoio. Così, provocando radicali doni di vita, la Parola vivifica. Non lascia tranquilli, mette in discussione.
Papa Francesco parla di una Chiesa che, proprio perché in ascolto della Parola non è “mai paga delle proprie sicurezze”, è lontana “dall’autosufficienza e dal trionfalismo”, è rivolta sempre fuori da sé:
La Chiesa che si nutre della Parola, dunque, vive per annunciare la Parola. Non si parla addosso, ma si cala nelle strade del mondo: non perché le piacciano o siano agevoli, ma perché sono i luoghi dell’annuncio. Una Chiesa fedele alla Parola non risparmia il fiato nel proclamare il kerigma e non si aspetta di essere apprezzata. La Parola divina, che esce dal Padre e si riversa nel mondo, la spinge fino agli estremi confini della terra.
A conclusione del suo discorso, il Papa esorta i membri della Federazione Biblica Cattolica all’impegno perché ‘Bibbia e vita’ non siano mai separate l’una dall’altra. E li invita a pregare “perché la parola del Signore corra”. Bella l’immagine finale con cui chiede anche a loro di correre:
Vi auguro di essere, buoni portatori della Parola con lo stesso entusiasmo che leggiamo in questi giorni nei racconti pasquali, dove tutti corrono: le donne, Pietro, Giovanni, i due di Emmaus… Corrono per incontrare e annunciare la Parola viva.
servizio di Adriana Masotti – Città del Vaticano per Vaticannews.va
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