Il Pontefice ha mostrato più volte la disponibilità ad affrontare un viaggio in Ucraina, nella speranza che possa servire a portare la pace. Quella di Papa Francesco è l’unica voce credibile a livello mondiale che si è alzata a ripetizione in uqesti due mesi per invocare la pace.
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Ogni volta che a Lutsk suona l’allarme antiaereo si aprono le porte della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. «Sono i nostri sacerdoti a farlo. Perché nei sotterranei abbiamo allestito un rifugio che viene messo a disposizione sia di giorno, sia di notte quando partono le sirene. Così chi è nelle vicinanze o abita nel quartiere ha l’opportunità di avere un luogo sicuro in cui ripararsi dagli attacchi», racconta il vescovo di Lutsk, Vitaly Skomarovski al quotidiano dei Vescovi italiani Avvenire.
Originario dell’Ucraina, 58 anni, già ausiliare di Kiev-Žytomyr, guida dal 2014 una diocesi di rito latino estesa quanto il Veneto e il Trentino-Alto Adige assieme. Il territorio abbraccia due regioni, quelle di Volyn e Rivne, al confine con la Polonia ma soprattutto della Bielorussia. E la pressione del Paese “alleato” di Mosca si fa sentire.
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«Dal momento che non sappiamo ancora se le truppe bielorusse prenderanno parte alla guerra, avvertiamo sempre come possibile la minaccia di un’invasione da parte della Bielorussia», afferma il presule. Per adesso le giornate sono segnate dalla paura, anche perché a metà marzo i missili hanno distrutto una base militare della zona.
«I raid aerei sono parte del quotidiano – riferisce il vescovo –. Le sirene suonano a ripetizione. Ci sono stati momenti in cui sono scattate anche dieci volte in un giorno. L’allarme può durare un’ora, spesso cinque. E il tempo viene trascorso nei rifugi».
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Papa Francesco ha espresso la sua intenzione di recarsi in Kazakhstan in occasione del 7° Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali che si terrà il prossimo settembre nella capitale kazaka, Nur-Sultan.
Lo ha confermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. Il Papa ne ha parlato durante un collegamento video con il presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev.
Il Primo Congresso delle religioni mondiali e tradizionali si è svolto ad Astana nel 2003 avendo come modello la “Giornata di preghiera per la pace” nel mondo convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II nel gennaio 2002, per riaffermare il contributo positivo delle diverse tradizioni religiose al dialogo e alla concordia tra popoli e nazioni dopo le tensioni seguite agli attentati dell’11 settembre 2001.
Il prossimo congresso interreligioso avrà come tema “Il ruolo dei leader delle fedi mondiali e tradizionali nello sviluppo socio-spirituale dell’umanità nel periodo dopo la pandemia”.
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