Papa Francesco in Ecuador si è raccolto in preghiera davanti all’immagine della Virgen dolorosa (conosciuta come Nostra Signora di Quito) conservato nella Chiesa della Compagnia di Gesù. Molti conoscono il dipinto, ma forse pochi sanno che proprio quel quadro è stato protagonista di un miracolo.
Papa Francesco è particolarmente legato a questa immagine. Ne è diventato devoto a partire dagli anni Ottanta, quando da rettore del Collegio Massimo di Buenos Aires visitò il collegio della Compagnia a Quito. Da allora ne porta sempre con sé una riproduzione nel breviario.
Il dipinto
Il quadro è di modeste dimensioni (38×42 cm.) olio su tela, e rappresenta la Vergine del Dolore con il cuore trafitto da sette spade. Sul volto della Virgen si possono leggere un dolore profondo, ma anche una certa pace ed una gentilezza indescrivibile…
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Il miracolo
Il 20 aprile 1906 i 36 studenti del Collegio San Gabriele dei Padri Gesuiti di Quito, avevano appena terminato la cena. Mentre i più piccoli stavano facendo ricreazione, i quattro ragazzi più grandi si avvicinarono ad ascoltare Padre Andrés Roesch, il prefetto, che stava raccontando a Padre Luis Alberdi del terribile terremoto che pochi giorni prima aveva quasi completamente distrutto la città di San Francisco negli Stati Uniti (16 aprile 1906, magnitudo 8.3) .
Il più giovane dei quattro studenti, Jaime Chaves, un ragazzino molto devoto che aveva appena fatto la Prima Comunione, rimase profondamente colpito e rattristato dalla notizia. Decise così di allontanarsi dal gruppo e tornare in refettorio dove si trovava il dipinto della Virgen dolorosa per rivolgerle una preghiera per le popolazioni colpite dal grave sisma.
Dopo pochi istanti gli altri tre giovani lo videro tornare trafelato. Poverino, non riusciva a spiegarsi per la forte emozione, anzi, quasi non riusciva proprio a parlare… riuscì però a farsi seguire in refettorio, proprio sotto al quadro della Virgen dolorosa che stava lì… come sempre appeso alla parete, a tre metri d’altezza, ma…
la Santa Vergine stava muovendo gli occhi ed apriva e chiudeva le palpebre, proprio come se avesse preso vita! I quattro ragazzi rimasero a guardare stupiti il dipinto per circa un quarto d’ora e, per tutto questo tempo, continuò il fenomeno. Padre Roesch invece non si accorse di nulla, perchè raggiunse il gruppetto solo quando la Virgen dolorosa aveva già smesso di muovere gli occhi… e pensò che i ragazzi si stessero burlando di lui, così li mandò di corsa in cappella a recitare il Rosario.
Il miracolo si ripete
Qualche giorno dopo il quadro fu rimosso dal refettorio e venne collocato nella cappella dove gli studenti si rinuivano la sera per recitare il Santo Rosario. Proprio in quell’occasione gli occhi della Virgen dolorosa si animarono di nuovo. Tutti e 36 gli studenti della scuola assistettero al fenomeno. La Vergine aveva iniziato a muovere gli occhi al termine del Santo Rosario, mentre i ragazzi stavano recitando le Litanie.
Questi straordinari e ripetuti eventi sono stati osservati da moltissime persone e sono stati anche esaminati dalle Autorità Ecclesiasitche.
Il triduo solenne
Sei settimane dopo, il Vicario Generale della Diocesi ordinò di trasferire il dipinto dalla cappella del Collegio alla adiacente Chiesa della Compagnia dei Padri Gesuiti. Per l’occasione venne organizzata una processione solenne. La partecipazione di fedeli fu grandissima. Accorsero autorità civili e religiose, molti abitanti della città, e molti curiosi. Di nuovo, davanti a tutta la gente che affollava la chiesa, la Virgen dolorosa iniziò a muovere gli occhi e sbattere le palpebre.
L’albero si riconosce dai frutti
Moltissime sono state le conversioni. La più eclatante è stata quella del direttore del Tiempo, un giornale molto noto per la sua posizione scettica ed anti-religiosa. Il direttore era venuto come giornalista proprio con l’intento di smascherare il presunto inganno… invece… giunto davanti al quadro della Virgen dolorosa la vide battere le palpebre. Questo provocò in lui una fortissima emozione. Si mise in ginocchio, e scoppiò in un lungo pianto. Il più scettico dei giornalisti si era appena convertito. Proprio lui che era stato un convinto ateo divenne una persona profondamente religiosa e, da lì in poi, trasformò la sua vita adottando uno stile sobrio e morigerato, dando più volte prova con pensieri ed opere della radicalità della sua conversione.
Si racconta anche di un altro ostinato scettico che venne a guardare il quadro e, anche dopo aver visto la Virgen muovere gli occhi, continuò a restare impettito e ripetere a voce alta: “io non ci credo”. Appena uscito dalla chiesa sentì però un impulso a tornare davanti al dipinto, anche la seconda volta conservò il suo scetticismo e dichiarò “io non ci credo”. La Virgen però continuava a sbattere le palpebre proprio lì davanti a lui. Uscito, di nuovo sentì di dover tornare per una terza volta a contemplare il quadro. La Grazia vinse la sua ostinazione ed egli si inginocchiò e si convertì. Gridò e pianse come un bambino.
Moltissime persone hanno testimoniato non solo il fenomeno, ma anche l’intensità delle conversioni che si registravano tra i fedeli che venivano ad ammirare il dipinto.
Altri eventi
Dopo il triduo si tenne una novena. Anche in questo caso, per tre giorni consecutivi la Virgen dolorosa mosse gli occhi. Centinaia di persone testimoniarono il prodigio.
Al tempo del primo miracolo la sede vescovile di Quito era vacante. Mons. Federico Gonzáles Suárez di Ibarra venne nominato vescovo di Quito il 6 luglio 1906. Si racconta che Mons. Suárez entrò in città alle ore 14.00, la folla lo accolse con il canto:
Ancora una volta, o Maria,
Volgi i tuoi occhi materni
Su coloro che si inginocchiano davanti a te,
e implorano la tua compassione.
A queste parole la Virgen dolorosa si risvegliò e mosse di nuovo ripetutamente gli occhi. Per la prima volta però si aggiunse un nuovo fenomeno: lo sfondo del quadro scomparve… si annebbiò: solo il volto della Vergine rimase distinguibile. La Virgen volse due volte gli occhi al cielo e poi impallidì. L’immagine della Vergine sembrava a stento trattenere le lacrime. Dopo qualche tempo riacquistò il colore normale ed anche lo sfondo tornò ad essere quello di sempre. Il fenomeno si era esaurito.
Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.0