Ieri la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Papa Francesco ha presieduto nel pomeriggio di ieri nella Basilica Vaticana la Messa con i religiosi e le religiose. Il servizio di Sergio Centofanti per Radio Vaticana:
Quest’anno la Giornata Mondiale della Vita Consacrata acquista un particolare significato nella prospettiva del prossimo Sinodo del Vescovi dedicato al tema dei giovani e del discernimento vocazionale. Ascoltiamo le parole del Papa: ”Affido alle vostre preghiere quanti sono stati chiamati a professare i consigli evangelici affinché con la loro testimonianza di vita possano irradiare nel mondo l’amore di Cristo e la grazia del Vangelo”.
Ricevendo nei giorni scorsi quanti hanno partecipato alla recente plenaria della Congregazione per la Vita Consacrata, il Papa aveva parlato di una vera e propria ”emorragia” in atto tra i religiosi. Negli ultimi due anni sono stati circa 4.600 i frati e le suore che hanno abbandonato. E oggi invita i fedeli a pregare per i sacerdoti, le suore e i fratelli degli Istituti Religiosi apostolici e contemplativi perché “la loro vita dedicata al Signore e il loro servizio carismatico portino frutti abbondanti per il bene dei fedeli e per la missione evangelizzatrice della Chiesa”.
Francesco, durante l’udienza, ha salutato i membri del Centro di spiritualità della misericordia di Gela, con il vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, giunti dalla Sicilia con l’icona della Madre di Misericordia, che domani pomeriggio durante la Messa verrà esposta nella Basilica di San Pietro.
L’icona, voluta dai poveri del Centro – che ha aperto per loro una mensa e un dormitorio – rappresenta la Vergine Maria che mostra Gesù, misericordia del Padre, e il grembiule, segno identificativo del servizio verso il prossimo. L’icona è venerata sull’altare principale della Chiesa di Sant’Agostino a Gela, che sorge accanto al Centro.
“Ancora una volta – ha affermato don Pasqualino di Dio, direttore del Centro di Spiritualità – Maria diventa per la nostra città fonte di consolazione e di sicura speranza. Anche se tanti sono i motivi per scoraggiarci, non vogliamo perdere la fiducia e la speranza che la nostra amata città risorgerà. Tante volte abbiamo sperimentato, presso la Piccola Casa, che vive solo di Provvidenza, come i gelesi sanno essere generosi e sanno stringersi uno con l’altro per aiutare i più deboli”.
Fonte it.radiovaticana.va