Lo scrive Andrea tornielli, in un editoriale uscito su Vatican News, organo ufficiale della Santa Sede.
Proprio questa definizione, che il Papa ha utilizzato all’Angelus di domenica 17 luglio, fa comprendere le peculiarità dell’ormai prossima trasferta in Canada. Non innanzitutto un viaggio in un Paese, né una visita con il fine principale di incontrare le comunità cattoliche, ma piuttosto un gesto concreto di vicinanza nei confronti delle popolazioni indigene che abitano quella terra e che hanno sofferto le conseguenze degli atteggiamenti colonialisti.
Uno dei mali del colonialismo è rappresentato dal tentativo di cancellare le culture dei popoli originari, realizzatosi nelle cosiddette “scuole residenziali”, istituti che hanno cercato di “educare” e “istruire” i figli degli indigeni con dure discipline separandoli dalle loro famiglie. Queste scuole, che registravano un tasso di mortalità molto elevato, erano state istituite dal governo canadese, che le finanziava, ma la loro gestione era affidata a realtà delle Chiese cristiane e dunque anche a ordini religiosi cattolici.
La partenza dall’aeroporto Roma/Fiumicino è in programma alle 9, con destinazione Edmonton. Il Papa vi arriverà dopo un viaggio di circa tredici ore, atterrando alle 11.20 (ora canadese) nell’Aeroporto internazionale, dove si terrà l’accoglienza ufficiale. La trasferta papale entrerà nel vivo il giorno successivo, lunedì 25 luglio, con la tappa a Maskwacis, comunità nel centro di Alberta.
In questo luogo a circa 70 km a sud di Edmonton, Francesco incontrerà alle 10 le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit, una rappresentanza delle quali era stata ricevuta in Vaticano dal 28 marzo al 1° giugno scorsi. Il Papa pronuncerà il primo discorso del viaggio. Nel pomeriggio, alle 16.45, incontrerà altre popolazioni originarie e i membri della comunità parrocchiale presso la Chiesa del Sacro Cuore a Edmonton.
Martedì 26 luglio, festa dei Santi Gioacchino e Anna – verso quest’ultima le popolazioni indigene nutrono una profonda devozione – Papa Francesco celebrerà la Messa alle 10.15 presso il “Commonwealth Stadium” di Edmonton.
Alle 17 si terrà invece uno degli eventi più significativi dell’intero viaggio: la partecipazione del Vescovo di Roma al “Lac Ste. Anne Pilgrimage”, ovvero il pellegrinaggio annuale in onore di Sant’Anna sulle rive del suggestivo Lac Ste. Anne in Alberta, a circa 45 miglia a ovest di Edmonton.
Si tratta di uno degli incontri spirituali più partecipati del Nord America che, fondato nel 1887 dai missionari degli Oblati di Maria Immacolata, attira ancora oggi circa 40 mila pellegrini ed è particolarmente vicino ai cuori delle popolazioni delle Prime Nazioni che vi partecipano fedelmente ogni anno. Il Papa presiederà per l’occasione la Liturgia della Parola e pronuncerà un’omelia.
La terza giornata di viaggio, 27 luglio, vedrà invece Francesco trasferirsi in Québec, dove giungerà alle 15.05, dopo esser partito alle 9 in aereo da Edmonton. Presso la residenza del governatore generale, la cosiddetta “Citadelle de Québec”, si terrà alle 15.40 la cerimonia di benvenuto, a cui seguirà la visita di cortesia al governatore Mary Simon e poi l’incontro con il primo ministro Justin Trudeau e le autorità civili, accompagnate dal corpo diplomatico e dai rappresentanti dei popoli indigeni.
A tutti costoro il Papa rivolgerà un discorso. Ancora in Québec, Francesco celebrerà il 28 luglio la Messa, alle 10, presso il Santuario Nazionale di Sainte Anne de Beaupré, luogo di culto le cui origini vengono fatte risalire al XVII secolo, che attira annualmente fino a un milione di fedeli. Il secondo appuntamento della quarta giornata di viaggio è invece fissato alle 17, con i vespri nella Cattedrale di Notre Dame con vescovi, sacerdoti, diaconi, seminaristi e operatori pastorali.
La mattinata di venerdì 29 luglio si aprirà invece con l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù, alle 9, presso l’Arcivescovado a Québec.
Nello stesso luogo, il Papa incontrerà circa un’ora e mezza dopo una delegazione di indigeni presenti nella città francofona. Alle 12.45, il Pontefice partirà in aereo per Iqaluit, capitale del Territorio Canadese di Nunavut, situata a sud del Circolo Polare Artico ma caratterizzata da un clima polare. Nata come base aerea statunitense, da secoli è utilizzata dalla comunità Inuit come luogo di pesca. Il suo nome significa infatti “luogo di molti pesci”.
Francesco si recherà nella locale scuola elementare per incontrare privatamente un gruppo di alunni delle ex scuole residenziali. Le scuole, cioè, istituite dal governo canadese tra la fine dell’800 e gli ultimi decenni del ‘900 per assimilare culturalmente i bambini indigeni.
Affidati alle Chiese cristiane locali, tra cui quella cattolica, in questi istituti, generalmente sottofinanziati, i bambini hanno subito spesso maltrattamenti e abusi fisici e psicologici. Alcune di queste vittime erano venute a Roma nel succitato incontro di fine marzo scorso e avevano raccontato le loro storie al Papa, il quale nell’udienza con indigeni e vescovi canadesi del 1° aprile aveva chiesto pubblicamente perdono.
Al termine di questo incontro, in programma dalle 17 alle 18.15, Papa Francesco si trasferirà presso l’Aeroporto di Iqaluit, dove si terrà la cerimonia di congedo. Alle 18.45 partirà quindi per Roma, dove atterrerà il giorno successivo, 30 luglio, alle 7.50 ora italiana.
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