Su Civilità Cattolica il testo dell’intera conversazione in un articolo a firma del direttore padre Antonio Spadaro
Paolo Ondarza – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Quando si dice “Chiesa sinodale” l’espressione è ridondante perché “la Chiesa o è sinodale o non è Chiesa”. Un sinodo sulla sinodalità serve a ribadire questo, ricorda il Papa in una conversazione lunga un’ora con i gesuiti del Canada, una terra che in precedenza ricorda di aver visitato altre due volte: negli anni ’70 in qualità di maestro dei novizi e nel 2008 in occasione del Congresso eucaristico internazionale.
L’unità della Chiesa canadese
“Sinodo – ricorda Francesco – non è un incontro politico, né un comitato per decisioni parlamentari. È l’espressione della Chiesa dove il protagonista è lo Spirito Santo, come nei fatti narrati negli Atti degli Apostoli.
Sinodo vuol dire camminare insieme e “Camminare insieme” è stato il motto del pellegrinaggio penitenziale in Canada appena concluso: un’occasione questa in cui è emersa l’unità della Chiesa, osserva il Vescovo di Roma citando il detto “se vuoi andare veloce vai solo, se invece vuoi andare sicuro vai accompagnato”.
I miracoli di una Chiesa unita
Il processo di riconciliazione con le popolazioni indigene non si è concluso, ma “la cosa più importante è che l’episcopato si sia trovato d’accordo, abbia raccolto la sfida, sia andato avanti”: “questo del Canada è stato un esempio di episcopato unito”, “e quando un episcopato è unito, può affrontare bene le sfide che si presentano”.
Se questo cammino di riconciliazione sta andando bene, constata Papa Francesco, “non è a causa della mia visita. Io sono solo la ciliegina sulla torta. Sono i vescovi ad aver fatto tutto con la loro unità”. Il Santo Padre sottolinea anche la capacità da parte indigena di affrontare bene la questione e di impegnarsi e parla della familiarità constatata tra vescovi e indigeni: “Sono i miracoli che si possono fare quando la Chiesa è unita”.