Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco. Quante volte diciamo: ‘questo è un peccatore’ e giudichiamo gli altri. E tu?

RILEGGIAMO INSIEME IN QUESTO MESE DI LUGLIO ALCUNE DELLE CATECHESI CHE PER NOI SONO PIU’ SIGNIFICATIVE DEL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO

“Quante volte diciamo: questo è un peccatore e giudichiamo gli altri. E tu?”. Così Papa Francesco all’udienza generale in piazza San Pietro. “Ognuno di noi dovrebbe domandarsi: sì quello è un peccatore, e io? Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati, tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio. Non dobbiamo temere di confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato assunto dal figlio sulla croce”.

 

“Non dobbiamo temere le nostre miserie, ognuno di noi ne ha le proprie. La potenza dell’amore del crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. Questa misericordia cacella le nostre miserie”.

Oggi era in programma il saluto del Papa a Lizzy, la bambina americana che sta per diventare cieca e che aveva espresso il desiderio di incontrare Francesco.

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Dopo aver riflettuto sulla misericordia di Dio nell’Antico Testamento, oggi iniziamo a meditare su come Gesù stesso l’ha portata al suo pieno compimento. Gesù, infatti, è la misericordia di Dio fatta carne. Una misericordia che Egli ha espresso, realizzato e comunicato sempre, in ogni momento della sua vita terrena.

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Incontrando le folle, annunciando il Vangelo, guarendo gli ammalati, avvicinandosi agli ultimi, perdonando i peccatori, Gesù rende visibile un amore aperto a tutti, nessuno escluso, senza confini. Un amore puro, gratuito, assoluto. Un amore che raggiunge il suo culmine nel Sacrificio della croce. Sì, il Vangelo è davvero il “Vangelo della Misericordia”, perché Gesù è la Misericordia!

Tutti e quattro i Vangeli attestano che Gesù, prima di intraprendere il suo ministero, volle ricevere il battesimo da Giovanni Battista (Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22; Gv 1,29-34). Questo avvenimento imprime un orientamento decisivo a tutta la missione di Cristo. Infatti, Egli non si è presentato al mondo nello splendore del tempio, poteva farlo non si è fatto annunciare da squilli di trombe, poteva farlo e neppure è venuto nelle vesti di un giudice, poteva farlo. Invece, dopo trent’anni di vita nascosta a Nazaret, Gesù si è recato al fiume Giordano, insieme a tanta gente del suo popolo, e si è messo in fila con i peccatori, non ha avuto vergogna, era lì con tutti, con i peccatori per farsi battezzare. Dunque, fin dall’inizio del suo ministero, Egli si è manifestato come Messia che si fa carico della condizione umana, mosso dalla solidarietà e dalla compassione. Come Lui stesso afferma nella sinagoga di Nazaret identificandosi con la profezia di Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo è stato la realizzazione del programma iniziale: portare a tutti l’amore di Dio che salva; Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia, (…)
farsi prossimo agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia e vita nuova. Il Figlio inviato dal Padre è realmente l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità! Quanti erano presenti sulla riva del Giordano non capirono subito la portata del gesto di Gesù. Lo stesso Giovanni Battista si stupì della sua decisione (cfr Mt 3,14). Ma il Padre celeste no! Egli fece udire la sua voce dall’alto: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). In tal modo il Padre conferma la via che il Figlio ha intrapreso come Messia, mentre scende su di Lui come una colomba lo Spirito Santo. Così il cuore di Gesù batte, per così dire, all’unisono con il cuore del Padre e dello Spirito, mostrando a tutti gli uomini che la salvezza è frutto della misericordia di Dio.

Possiamo contemplare ancora più chiaramente il grande mistero di questo amore volgendo lo sguardo a Gesù crocifisso. Mentre sta per morire innocente per noi peccatori, Egli supplica il Padre: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). E’ sulla croce che Gesù presenta alla misericordia del Padre il peccato del mondo, il peccato di tutti, i miei, i tuoi, i vostri, è li sulla Croce che li presenta e con esso tutti i nostri peccati. Nulla e nessuno rimane escluso da questa preghiera sacrificale di Gesù. Ciò significa che non dobbiamo temere di riconoscerci e confessarci peccatori, ma quante volte noi accusiamo gli altri di essere peccatori, e tu? Ognuno di noi dovrebbe domandarsi, si quello è peccatore e io? tutti siamo peccatori ma tutti siamo perdonati  perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla croce. E quando noi lo confessiamo pentiti affidandoci a Lui, siamo certi di essere perdonati. Il sacramento della Riconciliazione rende attuale per ognuno la forza del perdono che scaturisce dalla Croce e rinnova nella nostra vita la grazia della misericordia che Gesù ci ha acquistato! Non dobbiamo temere le nostre miserie, ognuo di noi ha le proprie: la potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai, e questa misericordi cancella le nostre miserie.
Carissimi, in questo Anno Giubilare chiediamo a Dio la grazia di fare esperienza della potenza del Vangelo: Vangelo della misericordia che trasforma, che fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e guardare il mondo con più bontà. Se accogliamo il Vangelo del Crocifisso Risorto, tutta la nostra vita è plasmata dalla forza del suo amore che rinnova.

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IL VIDEO SERVIZIO a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO
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di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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