Antonella Palermo – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Una passione personale che diventa servizio sociale. Così, in sintesi, l’operato della Federazione Italiana Ricetrasmissioni C.B., organizzazione di volontariato che ha compiuto cinquant’anni di vita e che il Papa ha avuto stamani, in Aula Paolo VI, occasione di incoraggiare e sostenere, approfittando per ricordare, in questa circostanza, che per lui in Italia, una delle sorprese è stato proprio il “forte volontariato”.
L’organizzazione fa parte del vasto e multiforme movimento del volontariato italiano, che Francesco ha detto di non finire mai di apprezzare e che “merita di essere incoraggiato e sostenuto”. La passione di radioamatori, in questo caso, è diventata uno strumento efficace di protezione civile e di solidarietà con le persone più bisognose e fragili e con i gruppi sociali più vulnerabili. “Questo è molto bello”, ha sottolineato il Papa. “È il principio dei doni, dei talenti, fatti fruttare per il bene comune”.
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Una vostra caratteristica è quella della rapidità dell’intervento, grazie alla radio in sé stessa, che supera le barriere, ma anche grazie alla vostra rete. Infatti, non è un’azione individuale, la vostra forza sta proprio nella presenza capillare sul territorio e nella possibilità di far circolare notizie e informazioni molto velocemente e dappertutto. E un altro aspetto essenziale è la libertà, l’indipendenza. Pensiamo come questo può diventare decisivo là dove un regime o un altro centro di potere voglia controllare le comunicazioni. È fondamentale mantenere la libertà, per essere veramente al servizio delle persone, del bene comune.
Il Papa si compiace e ringrazia dell’impegno al servizio di coloro che sono fuggiti dall’Ucraina a causa della guerra. Esprimendo nuovamente la speranza e la preghiera “perché questa guerra finisca al più presto”, non manca di definirla “vergognosa per tutti noi, per tutta l’umanità”.
E’ inaccettabile; ogni giorno in più aggiunge altre morti e distruzioni. Tanta gente si è mobilitata per soccorrere i profughi. Gente comune, specialmente nei Paesi confinanti, ma anche qui in Italia, dove sono arrivati e continuano ad arrivare migliaia di ucraini. Il vostro contributo è prezioso, è un modo concreto, artigianale di costruire la pace.
Il Pontefice condivide le parole introduttive all’incontro del presidente dell’associazione laddove ha parlato dell’importanza di Protezione civile europea: “l’Europa sta dando la sua risposta a questa guerra – osserva il Papa – oltre che sul piano delle alte Istituzioni, anche sul piano della società civile, delle associazioni di volontariato come la vostra. Da qui l’invito a restare in questa linea:
Questo modo di reagire è fondamentale e indispensabile, rigenera il tessuto umano e sociale, in presenza di una ferita così grave e così grande come quella causata dalla guerra. E aiutare i profughi ucraini, non solo in questo momento, ma poi, più avanti, quando la memoria della guerra si allontana, perché in quel tempo avranno più difficoltà di adesso: perché adesso tutti noi siamo insieme, e poi … E pensare al futuro. E non è facile.
L’augurio rivolto ai membri della Federazione è di tenere sempre insieme libertà e solidarietà. E conclude:
E mirate al bene comune, mai a interessi di parte. Una sola preferenza: i poveri, gli indifesi, gli emarginati.
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