Madonna di Guadalupe
Nella stanza di Santa Marta dove il Papa incontra i suoi più stretti collaboratori, domina un’immagine della Vergine di Guadalupe, una figura di fondamentale importanza e di grande devozione per tutto il Continente latinoamericano. E’ in quella stanza che per espressa volontà del Papa si svolge l’intervista a tutto tondo concessa all’emittente messicana Televisa. La Madonna di Guadalupe è per Francesco “fonte di unità culturale, che porta verso la santità in mezzo a tanto peccato, a tanta ingiustizia, a tanto sfruttamento e a tanta morte”.
Dramma delle migrazioni
”I mali del Messico sono del tutto simili a quelli del resto del mondo: il dramma delle migrazioni e i muri eretti per contrastarle. Francesco parla della frontiera tra Usa e Messico, ma ricorda anche i migranti costretti ad attraversare il Mediterraneo in cerca di una vita migliore o in fuga dalle guerre e dalla fame. Sono i sistemi economici distorti a provocare questi grandi spostamenti, la mancanza di lavoro, la cultura dello scarto applicata all’essere umano. E poi la piaga del narcotraffico. Dove ci sono povertà e miseria, il crimine trova terreno fertile. Papa Francesco ricorda i 43 ragazzi trucidati dai narcos a Iguala e svela di aver voluto rendere omaggio alla loro memoria anche nominando cardinale l’arcivescovo di Morelia, “un uomo – dice Francesco – che si trova in una zona molto calda ed è un testimone di vita cristiana”.
Non girarsi dall’altra parte di fronte ai mali del mondo
Il Papa, proprio perché figlio di migranti, si sente spontaneamente portato a dare voce alle vittime della tratta e di una società ingiusta, anche se – nota Francesco – sarebbe infantile attribuire le responsabilità soltanto ai governi. Bisogna imparare a non girarsi dall’altra parte di fronte ai mali del mondo e questo riguarda ciascuno di noi. L’impegno dei cattolici nei confronti degli ultimi richiede un esercizio di prossimità. E’ il terreno sul quale la Chiesa viene sfidata dalle sétte e dai movimenti evangelici, soprattutto in America Latina.
Clericalismo e riforma della Curia
Il Papa ne parla con franchezza quando critica l’incapacità del clero di coinvolgere i laici a causa di un eccessivo clericalismo. Il Pontefice che è venuto dall’altra parte del mondo tocca tutti i temi che hanno caratterizzato i suoi due anni di Pontificato, primo tra tutti l’attenzione ai poveri e ai diseredati. E poi il lavoro di riforma della Curia, non tanto la forma di quella che definisce l’ultima corte d’Europa, ma la sostanza. Ogni cambiamento inizia dal cuore – spiega il Papa – e comporta una conversione nel modo di vivere. Una conversione che coinvolge la stessa figura del Pontefice e che è alla base dei fuori protocollo che tanto entusiasmano il popolo di Dio.
Tempo a disposizione non sembra essere molto
Una semplicità che spiazza, anche quando Francesco ammette che gli manca di poter girare liberamente, magari per poter andare in pizzeria senza essere riconosciuto. Ma il tempo a disposizione non sembra essere molto. Francesco ammette di avere la sensazione che il suo sarà un Pontificato breve, ma afferma anche di potersi sbagliare. All’intervistatrice che accenna all’eventualità di un ritiro per limiti di età, come avviene per i vescovi, il Papa risponde di non condividere una simile evenienza per la figura del Pontefice – definisce il Papato una grazia speciale – ma dice anche di apprezzare la strada aperta da Benedetto XVI riguardo alla figura del Papa emerito. Una scelta coraggiosa la definisce, come coraggiosa fu la decisione di avere reso pubblica la gravità degli abusi commessi da alcuni membri della Chiesa contro i bambini e la necessità di prendersi cura delle vittime. Lo stesso Francesco ne ha ricevute sei in Vaticano e la Commissione istituita ad hoc in Vaticano ha proprio lo scopo di prevenire e tutelare i bambini.
Sinodo sulla famiglia
Tutelare, proteggere, accompagnare. Sono gli stessi imperativi che Francesco attribuisce alla Chiesa quando parla del Sinodo sulla famiglia che si riunirà a ottobre per la sua seconda tappa. Definisce smisurate le aspettative su temi complessi e delicati come quello della Comunione ai divorziati risposati o in materia di omosessualità. Quello che è certo per Francesco è che la famiglia attraversa una crisi mai vista prima e che bisogna ripartire da una pastorale che si rivolga innanzitutto ai giovani e agli sposi novelli. I segnavia del Papa sono tracciati e già Francesco guarda a settembre con l’appuntamento di Filadelfia, la Giornata mondiale della famiglia, e all’Africa che visiterà presto e all’America Latina che lo attende.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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