Papa Francesco, S. Messa per la commemorazione dei Cardinali e Vescovi defunti, 3 novembre 2014
Noi cristiani siamo chiamati “ad andare alla tomba” vuota di Gesù per avere la “risposta” e toccare la “roccia” della fede: la Risurrezione. Lo ha affermato Papa Francesco nell’omelia della Messa presieduta nella Basilica di San Pietro, in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. Ciascuno di loro, ha detto il Papa, “è guardato dal Padre con il suo amore misericordioso”. Il servizio di Alessandro De Carolis per la Radio Vaticana:
Una verità “che si è fatta strada a fatica” nella Bibbia diventa clamorosamente palese davanti a un grande masso rotolato via e a una tomba vuota. Lo spazio di una grotta scavata di fresco, nella cui penombra giace un sudario abbandonato, riverbera l’eco di una parola prima quasi impronunciabile e poi grido da irradiare dai tetti del mondo: Risurrezione. Per ricordare i volti di amici, collaboratori, fratelli scomparsi negli ultimi mesi – nella cornice solenne dell’Altare della cattedra, nella Basilica di San Pietro – Papa Francesco parte dall’istante zero in cui la fede cristiana conquista la sua unicità, Gesù che lascia il sepolcro vivo dopo la morte:
“Non stupisce che un mistero così grande, così decisivo, così sovrumano come quello della Risurrezione abbia richiesto tutto il percorso, tutto il tempo necessario, fino a Gesù Cristo. Lui può dire: ‘Io sono la risurrezione e la vita’ perché in Lui questo mistero non solo si rivela pienamente, ma si attua, avviene, diventa per la prima volta e definitivamente realtà”.
“La lunga ricerca del popolo di Dio” narrata nell’Antico Testamento – che poi, considera il Papa, è la ricerca “di ogni uomo” e “dell’intera umanità” – vive il suo “culmine” nell’“avvenimento” della Risurrezione. E in questo evento, prosegue, “ognuno di noi è invitato ad entrare”, a stare “prima davanti alla croce di Gesù, come Maria, come le donne, come il centurione”, ad “ascoltare il grido di Gesù e il suo ultimo respiro”, il suo “silenzio” lungo tutto il Sabato Santo:
“E poi siamo chiamati ad andare alla tomba, per vedere che il grande masso è stato ribaltato; per ascoltare l’annuncio: ‘E’ risorto, non è qui’. Lì c’ è la risposta. Lì c’è il fondamento, la roccia. Non in ‘discorsi persuasivi di sapienza’, ma nella parola vivente della croce e della risurrezione di Gesù (…) Se Lui non è risorto, la nostra fede è vuota e inconsistente. Ma poiché Egli è risorto, anzi, Egli è la Risurrezione, allora la nostra fede è piena di verità e di vita eterna”.
E dall’enunciare la fede nella Risurrezione, Papa Francesco approda al ricordo di chi, tra i cardinali e i vescovi, è stato chiamato nel corso del 2014 a oltrepassare l’ultimo diaframma che separa la promessa della vita nuova dalla sua realtà. ”La nostra preghiera – dice – si arricchisce di sentimenti, di ricordi, di gratitudine per la testimonianza di persone che abbiamo conosciuto, con cui abbiamo condiviso il servizio nella Chiesa:
“Molti dei loro volti sono a noi presenti; ma tutti, ciascuno di essi è guardato dal Padre con il suo amore misericordioso. E insieme allo sguardo del Padre celeste c’è anche quello della Madre, che intercede per questi suoi figli tanto amati. Insieme con i fedeli che hanno servito qui in terra possano godere la gioia della nuova Gerusalemme”.
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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