Prima della preghiera dell’Angelus, Francesco ha sottolineato che, nel Vangelo di questa domenica, Gesù “ci invita a riaccendere la fiamma della fede” che non ci fa “evadere dalle sfide della vita” ma al contrario, attraverso la Parola di Dio, “accende un inquietudine che ci mette in cammino” e “sfida a uscire dall’individualismo, a vincere l’egoismo”
Al termine dell’Angelus della domenica in piazza San Pietro, Papa Francesco ha salutato i pellegrini polacchi che si sono dati appuntamento in queste ore in Polonia per rinnovare l’atto di Affidamento del mondo alla Divina Misericordia, compiuto da Giovanni Paolo II in un’epoca difficile, come la nostra, caratterizzata dall’instabilità politica e sociale.
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La preghiera di Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia, con la quale consacrò il mondo intero! Il 17 agosto 2002, a Cracovia, San Giovanni Paolo II affidò alla Divina Misericordia le sorti del mondo con questa bellissima preghiera
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Come molti profeti biblici, e Francesco cita Elia e a Geremia, “Gesù è acceso dal fuoco dell’amore di Dio e, per farlo divampare nel mondo, si spende in prima persona, amando fino alla fine”, fino alla morte di croce. Perché “è ricolmo di Spirito Santo, che è paragonato al fuoco, e con la sua luce e la sua forza svela il volto misericordioso di Dio”, donando speranza “a quanti sono considerati perduti,” abbattendo “le barriere dell’emarginazione”, guarendo “le ferite del corpo e dell’anima”, e rinnovando “una religiosità ridotta a pratiche esteriori”. Che significato ha, si domanda il Pontefice, questa parola per noi oggi?
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Ci invita a riaccendere la fiamma della fede, perché essa non diventi una realtà secondaria, o un mezzo di benessere individuale, che ci fa evadere dalle sfide della vita e dall’impegno nella Chiesa e nella società.
E citando il cardinale gesuita Henri de Lubac, Papa Francesco ricorda che la fede in Dio “ci rassicura, ma non come vorremmo noi: cioè non per procurarci un’illusione paralizzante o una soddisfazione beata, ma per permetterci di agire”.
La fede, insomma, non è una “ninna nanna” che ci culla per farci addormentare, ma un fuoco acceso per farci stare desti e operosi anche nella notte!
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