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Papa Francesco ricorda padre Espinal, ucciso perché predicava Vangelo di libertà

Papa Francesco ricorda padre Espinal, ucciso perché predicava Vangelo di libertàDopo la cerimonia di benvenuto Papa Francesco ha sostato brevemente presso il luogo dell’assassinio di padre Luis Espinal, sacerdote gesuita che aveva partecipato durante il periodo della dittatura alle lotte sociali e allo sciopero della fame di 19 giorni, nel 1977, durante i quali visse giorno e notte accanto alle famiglie dei minatori. Fu trucidato dagli squadroni della morte il 21 marzo 1980. Il Papa ha ricordato padre Espinal, “fratello nostro, vittima di interessi che non volevano si lottasse per la libertà. Padre Espinal – ha aggiunto – predicava il Vangelo e questo Vangelo disturbava e per questo lo hanno assassinato”.

Il Papa ha quindi invitato a fare un minuto di silenzio e a pregare. Poi ha proseguito ribadendo che padre Espinal “ha predicato il Vangelo, il Vangelo che ci porta la libertà, che ci fa liberi. Come ogni figlio di Dio, Gesù ci dà questa libertà e lui ha predicato questo Vangelo”.

[box]Padre Espinal arrivando in Bolivia si trovò con una situazione politica, sociale ed economica drammatica. Nel Paese andino si susseguivano i colpi militari e le le giunte al potere gareggiavano in ferocia e crudeltà e la politica non riusciva a superare i traumi della guerriglia e dell’assassinio di Ernesto “Che” Guevara. Il gesuita si sentì subito coinvolto schierandosi accanto ai minatori dello stagno, poverissimi, e delle loro mogli (guidate dalla mitica Domitila Chúngara/1937-2012), e ciò ovviamente comportò per lui l’odio dei militari che lo indicarono subito come “pericolo sovversivo straniero con l’abito talare”.

Nel corso della sua intensa attività pastorale, mai disgiunta dal suo impegno sociale, padre Espinal scrisse diversi libri, girò numerosi documentari e curò diversi programmi televisivi e radiofonici. Fu cofondatore dell’Assemblea dei diritti umani e fino alla sua morte direttore del settimanale “Aquí”. Nel 1977, insieme con altri manifestanti che chiedevano democrazia e libertà, partecipò ad uno sciopero della fame che durò 19 giorni. Dopo il su sequestro, la notte del 21 marzo 1980, il corpo orrendamente mutilato, con una pallottola in testa, fu trovato il giorno seguente al km 8 della strada che porta a Chacaltaya, vicino al fiume Choqueyapu. Come accertarono numerose indagini anni dopo, l’assassinio era stato ordinato e pianificato dal dittatore García Meza insieme con un suo assistente, Luis Arce Gómez.[/box]

A cura di Redazione Papaboys fonti: Radio Vaticana e Il Sismografo

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