Prossimo Incontro a Roma nel 2021!!!
Debora Donnini-Città del Vaticano
Momento clou della visita di Papa Francesco in Irlanda, la Messa del pomeriggio al Phoenix Park di Dublino, uno dei parchi urbani più grandi d’Europa dove celebrò anche Giovanni Paolo II nel 1979. Migliaia di famiglie riempiono la distesa verde con una gioia che di per sé è già una testimonianza. All’inizio il Papa ha pronunciato un atto penitenziale con una richiesta di perdono per gli abusi commessi in Irlanda da parte di membri del clero.
Essere fonte di incoraggiamento per gli altri
Nell’omelia il Papa ricorda che “ogni nuovo giorno della vita delle nostre famiglie e ogni generazione porta con sé la promessa di una nuova Pentecoste”, “una Pentecoste domestica” nella quale Gesù manda come Consolatore lo Spirito Santo, che “ci dà coraggio”. Il mandato che il Papa affida alle famiglie convenute per questo IX Incontro Mondiale è quello, a loro volta, di diventare “fonte di incoraggiamento per gli altri”.
Solo l’amore può salvare il mondo
Riflettendo sulla Seconda Lettura tratta da San Paolo, che parla del matrimonio come partecipazione al mistero della fedeltà di Cristo alla Chiesa, sua sposa, il Papa sottolinea che questo insegnamento può apparire a qualcuno una “parola dura”, espressione che usano molti discepoli nel Vangelo odierno. “Vivere nell’amore, come Cristo ci ha amato” comporta infatti “morire a noi stessi per rinascere a un amore più grande”, evidenzia. Ma solo questo amore “può salvare il mondo dalla schiavitù del peccato” e “dall’indifferenza verso i bisogni dei meno fortunati. Questo è l’amore che abbiamo conosciuto in Gesù Cristo”.
Esso si è incarnato nel nostro mondo mediante una famiglia, e mediante la testimonianza delle famiglie cristiane in ogni generazione ha il potere di infrangere ogni barriera per riconciliare il mondo con Dio e fare di noi ciò che da sempre siamo destinati a essere: un’unica famiglia umana che vive insieme nella giustizia, nella santità e nella pace.
Non servono piani strategici
Una sfida che i cristiani oggi hanno di fronte non meno difficile da quella che dovettero affrontare i primi missionari irlandesi come San Colombano e il suo piccolo gruppo di compagni, che portarono la luce del Vangelo nelle terre europee, in un’epoca di decadenza culturale.
Il loro straordinario successo missionario non era basato su metodi tattici o piani strategici, ma su una umile e liberante docilità ai suggerimenti dello Spirito Santo. Fu la loro quotidiana testimonianza di fedeltà a Cristo e tra di loro che conquistò i cuori che desideravano ardentemente una parola di grazia e che contribuì a far nascere la cultura europea.
E come San Colombano e i suoi compagni affrontarono acqua ghiacciate e mari tempestosi per seguire Gesù, così il Papa invita a non a farsi scoraggiare “dai venti burrascosi dell’ostilità”.
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Difendere i più fragili
Francesco sa che possono apparire effettivamente duri gli insegnamenti di Gesù perché perdonare chi ci ferisce è difficile:
Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà.
Quindi il suo mandato conclusivo: “Possiate condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!” .
Mons. Martin: speranza di primavera per la Chiesa irlandese
Nel suo discorso di saluto, il cardinale arcivescovo di Dublino, Diamuid Martin, aveva fatto riferimento alla situazione della Chiesa in Irlanda che – dice – ha attraversato momenti difficili. “La gente è stata ferita nel profondo dell’essere da persone di Chiesa; la fede della gente è stata messa alla prova e la Chiesa di Gesù Cristo è stata ferita”, dice apertamente ricordando questi “momenti invernali” vissuti dal Paese. Ma – promette – “l’Irlanda cambia”. La speranza è quella di una primavera per la Chiesa irlandese. E la fragilità della fede in Irlanda può tenere lontani dall’arroganza. Il suo desiderio è quindi quello di “aiutare le famiglie a rendersi conto di nuovo che il futuro dell’Irlanda” ha bisogno della “luce del messaggio di Gesù Cristo”.
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Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglia nel 2021 a Roma
Nel saluto finale, invece, il cardinale Kevin Farrel, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ricorda la gioia vissuta in questi giorni nei quali si è riflettuto su come dare attuazione ad Amoris laetitia, “trasformando l’insegnamento cristiano sulla famiglia in concreto annuncio di amore e tenerezza”. A concludere questo grande momento di preghiera delle famiglie provenienti da tutto il mondo, l’annuncio del prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà nel 2021 a Roma.