VATICAN NEWS
Matteo Bruni:
Grazie Santità per questi intensi giorni di incontro con questo piccolo popolo ricco di cultura in una grande terra come lei la ha definita; e anche con una comunità cristiana viva che testimonia la sua fede con freschezza. I giornalisti hanno potuto interessarsi e vedere questo luogo e hanno ancora alcune domande che vorrebbero rivolgerle.
«Buon giorno a tutti voi e grazie per la compagnia. Grazie per il lavoro che avete fatto. Far vedere con i media anche la cultura di queto popolo, la storia. Grazie tante».
Jargalsaikhan Dambadarjaa (The Defacto Gazete):
Grazie molte, Santità, per aver visitato la Mongolia. La mia domanda è: quale era il suo principale obiettivo con questa visita e se è soddisfatto del risultato raggiunto.
«L’idea di visitare la Mongolia mi è venuta pensando alla piccola comunità cattolica. Io faccio questi viaggi per visitare le comunità cattoliche e anche per entrare in dialogo con la storia e la cultura dei popoli, con quella che è la mistica propria di un popolo. È importante che l’evangelizzazione non vada concepita come proselitismo. Il proselitismo restringe sempre. Papa Benedetto ha detto che la fede non cresce per proselitismo ma per attrazione. L’annuncio evangelico entra in dialogo con la cultura. C’è una evangelizzazione della cultura e anche una inculturazione del Vangelo.
Perché i cristiani esprimono i loro valori cristiani anche con la cultura del proprio popolo. Questo è tutto il contrario di quella che sarebbe una colonizzazione religiosa.
Per me il viaggio era conoscere questo popolo, entrare in dialogo con questo popolo, ricevere la cultura di questo popolo e accompagnare la Chiesa nel suo cammino con molto rispetto della cultura di questo popolo. E sono soddisfatto del risultato».
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