La lettera al Pontefice: non ho soldi nemmeno per il pane. E lui ordina alla diocesi di Pescara di sostenerla..
«Ho un disperato bisogno di aiuto…». Comincia così la lettera che una donna di 47 anni di Montesilvano ha inviato a maggio a Papa Francesco e nei giorni scorsi ha saputo che il Pontefice ha risposto. L’hanno contattata telefonicamente dalla Caritas Diocesana e l’hanno convocata per un primo incontro, per cui ora attende con impazienza di ricevere quel sostegno in cui spera con tutte le sue forze.
Non avendo ascolto dagli enti pubblici, la donna si è affidata alle «Santissime mani del Papa», facendogli notare che ha un figlio di 26 anni disoccupato e appena uscito dal carcere, vivono con la madre a Montesilvano in un appartamento di 40 metri quadri e l’unica forma di sostentamento per tutti e tre è la pensione di reversibilità della madre (pari a 630 euro al mese, di cui 430 servono per pagare l’affitto). L’ultima occupazione risale all’epoca della giunta Cantagallo, all’azienda speciale Deborah Ferrigno, ma poi è rimasta senza lavoro, «pur avendo girato e cercato» ovunque.
Ora si arrangia saltuariamente come colf, «riuscendo a portare a casa lo stretto necessario per sopravvivere, ma spesso non ho neppure i soldi per portare a casa il pane» e quando il frigo è vuoto viene assalita dal terrore che il figlio faccia «qualche pazzia». I vicini e i fratelli la aiutano, per mangiare si è messa in fila alla Caritas, «non conoscendo più la parola dignità», ha scritto nell’appello a Papa Francesco, e vorrebbe tanto un lavoro, di «qualsiasi tipo, purché riesca ad affrontare con un minimo di serenità i miei doveri di madre e figlia. La mia speranza di fede è l’unica cosa che mi dà la forza per andare avanti», ha aggiunto. Poi, sottolineando il suo «immenso e concreto bisogno di aiuto» ha lasciato a Papa Francesco numero di telefono e indirizzo di posta elettronica.
La risposta, tanto attesa quanto insperata, è arrivata un paio di settimane fa. La telefonata della Diocesi è stata presa dalla madre della donna che si è sentita dire, con grande stupore: «Sua figlia si presenti il 3 settembre alla Caritas, perché il Papa ha risposto alla sua lettera». Nel primo incontro la 47enne è stata invitata a consegnare dei documenti e ora aspetta di essere riconvocata. «Non chiedo soldi», spiega. «Mi piacerebbe trovare un lavoro e sono pronta anche a pulire i bagni, ma se non c’è questa possibilità spero di poter fare la spesa gratuitamente all’Emporio della solidarietà di via Rubicone, come mi è stato prospettato. Quando non avrò più bisogno mi tirerò indietro e farò spazio ad altri», dice aspettando con ansia che il telefono squilli. «Spero davvero che le indicazioni del Papa vengano seguite e vorrei tanto parlare con il Vescovo. D’altronde, se ha risposto il Santo Padre…»
Redazione Papaboys (Fonte ilcentro.gelocal.it)
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Embé, plaudiamo all'iniziativa Pontificia. Nella mia parrocchia ogni mese si da aiuto ad una trentina di disoccupati e relative famiglie, persone che escono dal carcere, altri in situazioni di disagio psicologico, altre ancora monoreddito con diversi figli a carico. Nellla parrocchia di una mia conoscente si aiutano 30 famiglie con disagio economico grave. E tutto senza Ior e obolo di San Pietro, ma solo con le offerte dei fedeli e i proventi di iniziative benefiche, con bilanci irrisori, mettendoci spesso di tasca propria. Queste notizie non aiutano la Chiesa, anzi rendono ridicolo il Sommo Pontefice per cui ogni fedele che opera nelle San Vincenzo o nella Caritas o nelle parrocchie potrà dire, Come? il papa iuta una sola disoccupata? che tirchio !!! Magari più attenzione alla Chiesa universale e meno a queste notizie di gossip !!