“Se la fede perde lo stupore diventa sorda e si rifugia nei clericalismi e nei legalismi”. Celebrando la Domenica delle Palme nella Basilica Vaticana il Papa apre la Settimana Santa ed esorta a chiedere la grazia dello stupore di fronte a Cristo che sul patibolo sperimenta persino l’abbandono di Dio, ma ci redime e vince la morte: “La palma della vittoria – ha detto – passa per il legno della croce”
di Paolo Ondarza – Città del Vaticano perVaticannews.va
Un invito a ripartire dallo stupore di fronte all’amore di Cristo. É quello levato dal Papa, dall’altare della Cattedra nella Basilica Vaticana, durante la celebrazione della Domenica della Palme con cui si apre la Settimana Santa, un tempo in cui la liturgia ci accompagna dalla gioia di accogliere Gesù che entra in Gerusalemme su un mite puledro al dolore di vederlo condannato.
“Con la grazia dello stupore – ha detto Francesco – capiamo che accogliendo chi è scartato, amiamo Gesù: perché Lui è in coloro che la nostra cultura farisaica condanna”:
Ripartiamo dallo stupore; guardiamo il Crocifisso e diciamogli: “Signore, quanto mi ami! Quanto sono prezioso per Te!”. Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la grandezza della vita non sta nell’avere e nell’affermarsi, ma nello scoprirsi amati. Questa è la grandezza della vita: scoprirsi amati. E la grandezza della vita è proprio nella bellezza dell’amore. Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l’Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù: pe
rché Lui è negli ultimi, nei rifiutati, in coloro che la nostra cultura farisaica condanna.Icona dello stupore è il Centurione. Sotto la croce il soldato romano, vedendo morire Gesù che “stremato, continuava ad amare”, fa la sua professione di fede: “Davvero era Figlio di Dio”. La vittoria di Dio è nella croce, delude chi seguiva “un immagine di Messia che non è il Messia”, chi aspettava la sconfitta dei romani attraverso la spada; stupisce perché Dio si svela e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell’amore. Se la fede perde lo stupore diventa sorda e si rifugia nei clericalismi e nei legalismi. Lo stupore è diverso dall’ammirazione del mondo:
Anche oggi tanti ammirano Gesù: ha parlato bene, ha amato e perdonato, il suo esempio ha cambiato la storia… Lo ammirano, ma la loro vita non cambia. Perché ammirare Gesù non basta. Occorre seguirlo sulla sua via, lasciarsi mettere in discussione da Lui: passare dall’ammirazione allo stupore.
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