Debora Donnini-Città del Vaticano
Il Signore è fedele, non si dimentica di noi: questo ci spinge ad esultare nella speranza. Alle porte della Settimana Santa, la Chiesa fa riflettere sull’amore fedele di Dio, ricorda il Papa stamani nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta. Il Signore “si è sempre ricordato della sua alleanza”, dice il Salmo responsoriale così come la Prima Lettura, tratta dal Libro della Genesi (Gen 17,3-9), ripercorre l’episodio dell’alleanza di Dio con Abramo. Un’alleanza che si prolungherà nella storia del popolo, nonostante i peccati e l’idolatria.
L’amore di Dio viscerale come quello di padre e di madre
Il Signore, infatti, ha un “amore viscerale” che non fa dimenticare. Per farlo comprendere, il Papa ricorda che in Argentina per la festa della mamma si regala alla propria madre il fiore chiamato “non ti scordar di me”, che ha due colori: un azzurro soave, per le mamme vive, e viola, per le madri defunte:
Questo è l’amore di Dio, come quello della mamma. Dio non si scorda di noi. Mai. Non può, è fedele alla Sua alleanza. Questo ci dà sicurezza. Di noi possiamo dire: “Ma, la mia vita è tanto brutta…Sono in questa difficoltà, sono un peccatore, una peccatrice…” Lui non si dimentica di te, perché ha questo amore viscerale, ed è padre e madre.
Il sacramento della Penitenza non è come andare in tintoria
Si tratta, quindi, di una fedeltà che porta alla gioia, nota Francesco. Come per Abramo, la nostra gioia è esultare nella speranza perché ciascuno di noi sa di non essere fedele ma Dio lo è, ribadisce il Papa. Basti pensare all’esperienza del Buon Ladrone:
Il Dio fedele non può rinnegare se stesso, non può rinnegare noi, non può rinnegare il suo amore, non può rinnegare il suo popolo, non può rinnegare perché ci ama. Questa è la fedeltà di Dio. Quando noi ci accostiamo al Sacramento della Penitenza, ma per favore: non pensiamo che andiamo alla tintoria a togliere le sporcizie. No. Andiamo a ricevere l’abbraccio di amore di questo Dio fedele, che ci aspetta sempre. Sempre.
La nostra gioia è esultare nella speranza
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Il Papa fa, poi, riferimento al Vangelo odierno (Gv 8,51-59) nel quale si dice che i dottori della Legge raccolsero pietre per gettarle contro Gesù. Si parla di pietre per uccidere, per “oscurare la verità della Risurrezione”. E in conclusione il Papa torna sull’esortazione centrale di questa omelia:
Lui è fedele, lui mi conosce, lui mi ama. Mai mi lascerà solo. Mi porta per mano. Cosa posso volere? Cosa di più? Cosa devo fare? Esulta in speranza. Esulta nella speranza, perché il Signore ti ama come padre e come madre.