Nella Messa a Casa Santa Marta, Papa Francesco ricorda Caterina da Siena, nel giorno della memoria liturgica, pregando per la Chiesa, l’Italia e l’Europa
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Emblema dell’unità della Chiesa, capace con la forza della preghiera di cambiare il corso degli eventi, luce ancora oggi a cui guardare per illuminare l’Europa e l’Italia, percorse da momenti difficili. Papa Francesco, all’inizio della Messa del mattino a Casa Santa Marta, ha ricordato l’odierna festa di Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, dichiarata 80 anni fa da Pio XII “Patrona d’Italia” e da Giovanni Paolo II, nel 1999, “Compatrona d’Europa”.
Oggi è la festa di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa. Lei ha lavorato tanto per l’unità della Chiesa, pregava tanto, lavorava tanto. Preghiamola per la Chiesa, che aiuti l’unità della Chiesa, che aiuti l’Italia in questo momento difficile e che aiuti l’unità dell’Europa.
Francesco mette in luce dei tratti della santa che a lui sono molto cari. Il richiamo, ad esempio, all’unità della Chiesa è più volte risuonato nel suo Magistero. Solo nello scorso mese di ottobre aveva invitato a pregare il Santo Rosario, ogni giorno, per chiedere alla Vergine Maria e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo che mira a dividere la comunità cristiana. Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, il 12 settembre 2016, il Papa aveva messo in guardia dal pericolo delle divisioni interne sempre a causa del male:
E le divisioni nella Chiesa non lasciano che il Regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è Lui. Le divisioni fanno sì che si veda questa parte, quest’altra contro di questa, contro di… Sempre contro! Non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità. Ma il diavolo va oltre, non solo nella comunità cristiana, va proprio alla radice dell’unità cristiana.
L’altro richiamo di Francesco riguarda l’aiuto che Santa Caterina può dare “in un momento difficile” per l’Italia. Nell’incontrare il capo dello Stato italiano Sergio Mattarella al Quirinale, il 10 giugno 2017, Francesco aveva messo in luce le criticità che molti italiani incontrano e alle quali ancora oggi è necessario dare risposte, tra queste il lavoro, le politiche famigliari e l’accoglienza ai migranti.
Ribadisco l’appello a generare e accompagnare processi che diano luogo a nuove opportunità di lavoro dignitoso. Il disagio giovanile, le sacche di povertà, la difficoltà che i giovani incontrano nel formare una famiglia e nel mettere al mondo figli trovano un denominatore comune nell’insufficienza dell’offerta di lavoro, a volte talmente precario o poco retribuito da non consentire una seria progettualità. È necessaria un’alleanza di sinergie e di iniziative perché le risorse finanziarie siano poste al servizio di questo obiettivo di grande respiro e valore sociale e non siano invece distolte e disperse in investimenti prevalentemente speculativi, che denotano la mancanza di un disegno di lungo periodo, l’insufficiente considerazione del vero ruolo di chi fa impresa e, in ultima analisi, debolezza e istinto di fuga davanti alle sfide del nostro tempo.
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