Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco: se la Chiesa non è pellegrina è moribonda

La Chiesa è vera se è in cammino e in “doppia uscita”, verso di Dio e verso i fratelli, altrimenti “diventa un’associazione civile”. È una delle affermazioni rese da Papa Francesco durante il colloquio in diretta radiofonica con un’emittente comunitaria argentina, appartenente alla parrocchia Vergine del Carmine della cittadina di Campo Gallo. La sintesi delle parole del Papa nel servizio di Alessandro De Carolis della Radio Vaticana:

Una Chiesa rannicchiata su se stessa è come l’acqua stagnante di una pozza: è “moribonda”. Al contrario, per essere viva una Chiesa viva deve avere di sé l’immagine di un “pellegrino” e camminare senza stancarsi nelle due direzioni insegnatele da Gesù, verso Dio e verso i fratelli. Per pensieri e toni sembra di essere a Messa a S. Marta e invece Papa Francesco parla in diretta con l’altra parte del mondo, la “sua”, nella lunga diretta con la radio parrocchiale di Campo Gallo, località nel nord dell’Argentina, dove la fede, intessuta di pietà popolare, è un grande sostegno per la gente che, per il resto, possiede ben poco. E proprio il sentimento di fede che scalda il cuore latinoamericano è il primo aspetto che il Papa mette in risalto, specie per quello che riguarda la devozione a Maria:

Nuestro pueblo no es ‘gaucho’, nuestro pueblo tiene Madre! …
Il nostro popolo non è orfano: il nostro popolo ha la Madre! (…) Un figlio senza madre ha l’anima mutilata e un popolo senza madre è un popolo orfano, solo, arido, senza idee, senza la tenerezza che soltanto una mamma ci dà”.

Poi, concreto come sempre, Papa Francesco tocca con delicatezza il tasto dei bisogni. “La Chiesa – ricorda – si sostiene con la pietà dei fedeli”, assieme ai Sacramenti e alle preghiere. Il “mio ringraziamento”, dice il Papa, va a chi fa vita di fede attiva e anche, soggiunge, a “quelle persone che si privano di qualcosa, di qualche bene o di soldi per darlo a voi”. E chiarisce: “Non è importante con quanto vi aiutino, quello che è importante è che vi aiutino, quello che è importante è che vi guardino”.

Ma se la carenza di beni può essere fonte di emarginazione sociale, essa non lo è certo se si parla di vita cristiana, dove ogni battezzato è ricco per elezione. Ed è soprattutto “pellegrino”, l’icona della Chiesa “in uscita” tanto cara al Papa che ama le periferie. “La nostra Chiesa

– esclama – non si stanchi mai di camminare”:

Cuando una comunidad cristiana esta quieta, le pasa lo del agua cuando …
Quando una comunità non è pellegrina – e non solo nei piedi ma anche nel cuore – non ha un cuore pellegrino, un cuore che non va al di là di se stesso, non ha un cuore pellegrino né per adorare Dio né tanto meno per aiutare i fratelli, questa Chiesa è moribonda ed è necessario resuscitarla rapidamente (…) Questo pellegrinaggio che fate lì una volta l’anno, bisogna che lo facciate tutti i giorni nella vita quotidiana: un pellegrinaggio verso Dio per adorarlo, un pellegrinaggio verso nostra Madre, la Vergine, per ricordarla ed amarla e un pellegrinaggio verso gli uomini e le donne e le necessità del nostro popolo”.

Altro tema caro sono le chiacchiere, o meglio la rinuncia a ciò che possa creare ferite nella comunità. “Lavorare per l’unità è sempre importante”, afferma il Papa, e se anche, riconosce, “sempre ci saranno differenze, sempre ci saranno scontri, importante è non lasciarli crescere e cercare di fare in modo che le cose si risolvano fra fratelli”. Perché “non è cristiano” spellarsi vivi, secondo una sua ormai celebre espressione. Infine, le vocazioni e il coraggio della risposta quando Dio bussa alla porta dell’anima:

A los jóvenes les diría que si sienten alguna vez el llamado de Jesús…
Ai giovani direi che se sentono la chiamata di Gesù non abbiano paura. Guardino a tutto il bene che possono fare, tutta la consolazione che possono portare, tutto il messaggio cristiano che possono trasmettere e non abbiano paura. La vita è fatta per essere vissuta e non per guardarla (…) Se qualcuno sente invece che Dio lo chiama a formare una famiglia, che sia una famiglia cristiana, grande, bella, con molti figli che portino avanti la fede”.

Il saluto finale è tipico di Francesco, Papa annunciatore di misericordia: “Dio ci ama. Dio ci aspetta sempre. Dio non si stanca mai di perdonarci (…). Io chiedo al Signore che a tutti coloro che stanno ascoltando li benedica molto, dia loro forza, dia loro forza di vivere e di lottare, dia loro il coraggio di non lasciarsi rubare la speranza, ma soprattutto dia loro una carezza e li faccia sorridere”.

A cura di Redazione Papaboys fonti:
per la notizia Radio Vaticana
il video dell’intervista Rai news.

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