Sancta Sedes

Papa Francesco: Ogni ‘Si’ che diciamo a Dio genera storie di salvezza per noi e per gli altri!

Per il Si pronunciato da Maria, Gesù ha iniziato il suo cammino della storia dell’umanità. Si è fatto in tutto uguale a noi, eccetto il peccato. Per questo Dio ha scelto Maria, l’unica creatura senza peccato, Immacolata: sono le parole pronunciate da Papa Francesco in Piazza San Pietro prima dell’Angelus della Festa dell’Immacolata Concezione di questo giovedì 8 dicembre. Il Papa ha sottolineato come Maria abbia risposto senza esitazioni: Ecco la serva del Signore. Il suo è un SI pieno, totale, per tuttala vita! Senza condizione. 

 

Le parole di Papa Francesco prima della recita della preghiera mariana dell’Angelus di oggi

Cari fratelli e sorelle, buona festa!
Le letture dell’odierna Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria presentano due passaggi cruciali nella storia dei rapporti tra l’uomo e Dio: potremmo dire che ci conducono alle origini del bene e del male. Ci conducono a al bene e al male. Il Libro della Genesi ci mostra il primo no, il no delle origini, quando l’uomo ha preferito guardare a sé piuttosto che al suo Creatore, ha voluto fare di testa propria, ha scelto di bastare a sé stesso.
Ma, così facendo, uscendo dalla comunione con Dio, ha smarrito proprio sé stesso e ha cominciato ad avere paura, a nascondersi e ad accusare chi gli stava vicino (cfr Gen 3,10.12). E questo fa il peccato. Ma il Signore non lascia l’uomo in balia del suo male; subito lo cerca e gli rivolge una domanda piena di apprensione: «Dove sei?» (v. 9). È la domanda di un padre o di una madre che cerca il figlio smarrito: “Dove sei? In che situazione sei andato a finire?”. E questo Dio lo fa con tanta pazienza, fino a colmare la distanza creatasi alle origini. Questo è uno dei passaggi.
È il secondo passaggio cruciale, narrato oggi nel Vangelo, quando Dio viene ad abitare tra noi, si fa uomo come noi. E questo è stato possibile per mezzo di un grande sì, – quello del peccato era il no! – quello di Maria al momento dell’Annunciazione. Per questo sì Gesù ha cominciato il suo cammino sulle strade dell’umanità; lo ha cominciato in Maria, trascorrendo i primi mesi di vita nel grembo della mamma: non è apparso già adulto e forte, ma ha seguito tutto il percorso di un essere umano. Si è fatto in tutto uguale a noi, eccetto una cosa: quel no, no al peccato. Per questo ha scelto Maria, l’unica creatura senza peccato, immacolata. Nel Vangelo, con una parola sola, lei è detta «piena di grazia» (Lc 1,28), cioè ricolmata di grazia. Vuol dire che in lei, da subito piena di grazia, non c’è spazio per il peccato. E anche noi, quando ci rivolgiamo a lei, riconosciamo questa bellezza: la invochiamo “piena di grazia”, senza ombra di male.
Maria risponde alla proposta di Dio dicendo: «Ecco la serva del Signore» (v. 38). Non dice: “Questa volta farò la volontà di Dio, mi rendo disponibile, poi vedrò…”. No. Il suo è un sì pieno, senza condizioni. E come il no delle origini aveva chiuso il passaggio dell’uomo a Dio, così il sì di Maria ha aperto la strada a Dio fra noi. È il sì più importante della storia, il sì umile che rovescia il no superbo delle origini, il sì fedele che guarisce la disobbedienza, il sì disponibile che ribalta l’egoismo del peccato.
Anche per ciascuno di noi c’è una storia di salvezza fatta di sì e di no a Dio. A volte, però, siamo esperti nei mezzi sì: siamo bravi a far finta di non capire bene ciò che Dio vorrebbe e la coscienza ci suggerisce. Siamo anche furbi e per non dire un no vero e proprio a Dio diciamo: “non posso”, “non oggi, ma domani”; “domani sarò migliore, domani pregherò, farò del bene, domani”. 

Così però chiudiamo la porta al bene, e il male approfitta di questi sì mancati. Invece ogni sì pieno a Dio dà origine a una storia nuova: dire sì a Dio è veramente “originale”, non il peccato, che ci fa vecchi dentro. Ogni sì a Dio origina storie di salvezza per noi e per gli altri, come Maria con il suo propri sì

In questo cammino di Avvento, Dio desidera visitarci e attende il nostro sì,  con il quale gli diciamo: “Credo in Te, spero in Te, Ti amo; si compia in me la tua volontà di bene”. Con generosità e fiducia, come Maria, diciamo oggi, ciascuno di noi, questo sì personale a Dio

I saluti del Pontefice al termine dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle,
ieri un forte terremoto ha colpito l’isola di Sumatra, in Indonesia. Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e per i loro familiari, per i feriti e per quanti hanno perso la casa. Il Signore dia forza alla popolazione e sostenga l’opera di soccorso.
Saluto con affetto tutti voi, pellegrini presenti oggi, specialmente le famiglie e i gruppi parrocchiali. Saluto i fedeli di Rocca di Papa con la fiaccola natalizia, il gruppo “Progetto Rebecca” che si occupa dei bambini bisognosi, e i fedeli di Biella. In questa festa di Maria Immacolata l’Azione Cattolica Italiana vive il rinnovo dell’adesione. Rivolgo un pensiero speciale a tutte le sue associazioni diocesane e parrocchiali. La Vergine benedica l’Azione Cattolica e la renda sempre più scuola di santità e di generoso servizio alla Chiesa e al mondo.

Oggi pomeriggio mi recherò in Piazza di Spagna per rinnovare il tradizionale atto di omaggio e di preghiera ai piedi del monumento all’Immacolata. Dopo anadrò a Santata Maria Maggiore a pregare la Salus popoli. Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo gesto, che esprime la devozione filiale alla nostra Madre celeste. A tutti auguro buona festa e buon cammino di Avvento con la guida della Vergine Maria. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

Servizio in aggiornamento

+++ Il video servizio a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO +++
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di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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