“Non esiste una vita cristiana fatta a tavolino, scientificamente costruita, dove basta adempiere qualche dettame per acquietarsi la coscienza”. Così Francesco davanti a migliaia di persone nello Stadio Dall’Ara, dove, questo pomeriggio a conclusione del suo viaggio a Cesena e Bologna, ha presieduto la Santa Messa.
Partendo dal Vangelo odierno, citando la parabola dei due figli, “che alla richiesta del padre di andare nella sua vigna rispondono: il primo no, ma poi va; il secondo sì, ma poi non va”, ha messo in evidenza l’ipocrisia dell’uomo che seppellisce “la voce del padre”, ma anche che “la Parola di Dio fa ardere il cuore
, perché ci fa sentire amati e consolati”.Due i percorsi per il Papa: essere “peccatori in cammino”, restare in ascolto del Signore, poter cadere ma pentirsi e rialzarsi, oppure essere “peccatori seduti”, pronti a giustificarsi sempre e solo a parole secondo quello che conviene.
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Francesco ha sottolineato che “la vita cristiana è un cammino umile di una coscienza” che non è “mai rigida” ed è sempre in rapporto con Dio. Una coscienza che “sa pentirsi e affidarsi a Lui nelle sue povertà, senza mai presumere di bastare a sé stessa”.
“Pentirsi” è la parola chiave per non cadere “nell’ipocrisia, la doppiezza di vita, il clericalismo che si accompagna al legalismo, il distacco dalla gente”.
Nel cammino di ciascuno, ha proseguito, ci sono due strade: “essere peccatori pentiti o peccatori ipocriti”. Per il Papa però quel che conta “non sono i ragionamenti che giustificano e tentano di salvare le apparenze, ma un cuore che avanza col Signore, lotta ogni giorno, si pente e ritorna a Lui. Perché il Signore cerca puri di cuore, non puri “di fuori”
.Il Papa ha guardato anche al rapporto tra padri e figli ed in un contesto di rapidi cambiamenti ha esortato al dialogo, ha parlato dei conflitti che possono esserci tra generazioni come di uno stimolo “per cercare nuovi equilibri”.
Ha esortato a non rinunciare mai all’incontro, a cercare vie nuove per camminare insieme e questo in famiglia, nella Chiesa e nella società.
Infine ha parlato delle tre “P”, “tre punti di riferimento”, tre “alimenti-base” per vivere: Parola, Pane e poveri. La Parola come “bussola per camminare umili, per non perdere la strada di Dio e cadere nella mondanità”, il Pane eucaristico, perché “dall’Eucaristia tutto comincia” e infine la “P” dei poveri, coloro ai quali manca il necessario e coloro, ma anche chi è povero di affetto, le persone sole, i poveri di Dio. “In tutti loro – ha sottolineato – troviamo Gesù” e sostegno per “il nostro cammino”.
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di Massimiliano Menichetti per la Radio Vaticana
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