Una minestra per chi non ha da mangiare, certo. O un tetto per chi altrimenti passerebbe la notte all’addiaccio. L’opera solidale che da 145 anni svolge il Circolo di S. Pietro è un complesso di azioni caritative intense e molto ramificate, ma è anche molto più che una serie di interventi per i più svantaggiati a nome del Papa: è una “carezza di Dio”. Papa Francesco lo ribadisce ai membri del Circolo nel Messaggio indirizzato loro in occasione dell’assemblea annuale e letto durante i lavori svoltisi nella Sala dei Papi dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein. Siate e continuate ad essere, esorta fra l’altro Papa Francesco, “segno visibile della carità di Cristo” a sostegno “delle attività caritative della Santa Sede in favore delle persone più povere e bisognose e nel servizio d’onore e di accoglienza verso i pellegrini che giungono a Roma da ogni parte del mondo”.
Nella sua relazione all’assemblea, il presidente del Circolo, Leopoldo Torlonia, ha riecheggiato le parole del Messaggio ribadendo che l’organismo pontificio “non è soltanto ‘la minestra del Papa’, o l’asilo notturno, il centro polifunzionale o le case famiglia o l’hospice
, ma anche le scuole serali, l’opera delle prime comunioni, la scuola catechistica, la scuola di ginnastica, il segretariato del popolo, i Vangeli della domenica, tutte opere nate per il desiderio di rispondere ai bisogni materiali e spirituali e alle diverse problematiche sociali che si sono presentate nel corso di questi 145 anni”. L’assemblea è poi terminata con la cerimonia di giuramento dei soci effettivi e il conferimento del distintivo a tutti coloro che hanno compiuto venticinque anni di appartenenza.UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA ROMANIA – La “proficua collaborazione” tra Repubblica di Romania e Santa Sede sui temi della famiglia, dell’educazione, della libertà religiosa e della salvaguardia dei valori comuni. Ha ruotato attorno a questi punti l’incontro di stamattina tra Papa Francesco e il primo ministro romeno, Victor Ponta, ricevuto in udienza in Vaticano. “Nel rilevare il potenziale della Chiesa Cattolica per contribuire al bene comune dell’intera società – si legge in una nota ufficiale – sono state toccate anche alcune questioni aperte che interessano la comunità cattolica in Romania”. Infine, termina il comunicato, c’è stato uno scambio di opinioni sull’attuale situazione internazionale”, con il rinnovato auspicio “che si persegua la via del dialogo e del negoziato per porre fine ai vari conflitti che affliggono il mondo”. Al termine dell’udienza con Papa Francesco – al quale ha portato i saluti del Patriarca ortodosso Daniele – il primo ministro romeno si è intrattenuto a colloquio con il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.
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