Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Il racconto del legame tra la giovane vedova Rut e l’anziana suocera Noemi è “un prezioso insegnamento sull’alleanza delle generazioni”, con la giovinezza “capace di ridare entusiasmo all’età matura”, e la vecchiaia “di riaprire il futuro per la giovinezza ferita”. I popoli possono ricevere grandi benedizioni “se i giovani si aprono alla gratitudine per ciò che hanno ricevuto e i vecchi prendono l’iniziativa di rilanciare il loro futuro”. Lo sottolinea Papa Francesco nella settima catechesi del ciclo dedicato alla vecchiaia, dal titolo “Noemi, l’alleanza tar le generazioni che apre al futuro”, offerta questa mattina ai numerosi fedeli raccolti in piazza San Pietro.
Il Papa inizia la sua meditazione definendo il Libro di Rut “un gioiello della Bibbia”, perché la parabola della moabita “illumina la bellezza dei legami famigliari: generati dal rapporto di coppia”, ma che vanno anche al di là di questo. E che “formano la grammatica famigliare dell’amore”, che porta “linfa vitale e sapienza generativa nell’insieme dei rapporti che edificano la comunità”. Con il Cantico dei Cantici, il libro di Rut forma così, per Francesco, “un dittico dell’amore nuziale”, perché celebra “la potenza e la poesia che devono abitare i legami di generazione, di parentela, di dedizione, di fedeltà che avvolgono l’intera costellazione famigliare”. E che diventano capaci, anche nei drammi che colpiscono la coppia, “di portare una forza d’amore inimmaginabile, in grado di rilanciarne la speranza e il futuro”.
Questo al di là dei luoghi comuni “sui legami di parentela creati dal matrimonio, soprattutto quello fra suocera e nuora”, perché, ricorda il Pontefice “l’ispirazione della fede sa aprire un orizzonte di testimonianza in controtendenza rispetto ai pregiudizi più comuni”. Per questo invita a riscoprire il libro di Rut, “specialmente nella meditazione sull’amore e nella catechesi sulla famiglia”.
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Questo piccolo libro contiene anche un prezioso insegnamento sull’alleanza delle generazioni: dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all’età matura, la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita.
In un primo momento, ricorda Papa Francesco, l’anziana Noemi, “pur commossa per l’affetto delle nuore, rimaste vedove dei suoi due figli”, si mostra pessimista “sul loro destino all’interno di un popolo che non è il loro”. Così le incoraggia “a ritornare nelle loro famiglie per rifarsi una vita”, dicendo: “Non posso fare niente per voi”. E già questo “appare un atto d’amore”, perché la donna anziana, senza marito e senza più figli, insiste che le nuore la abbandonino.
Ma in questo c’è anche, per il Papa “rassegnazione: non c’è futuro possibile per le vedove straniere, prive della protezione del marito”. Rut dice di no, perché il legame che con la suocera “è stato benedetto da Dio: Noemi non può chiedere di essere abbandonata”. E la suocera, all’inizio “appare più rassegnata che felice di questa offerta: forse pensa che questo strano legame aggraverà il rischio per entrambe” nel viaggio che vuole affrontare per tornare a Betlemme, sua città d’origine. In certi casi, commenta il Pontefice “la tendenza dei vecchi al pessimismo ha bisogno di essere contrastata dalla pressione affettuosa dei giovani”.
Così Noemi, commossa dalla dedizione di Rut, sottolinea Papa Francesco, “uscirà dal suo pessimismo e addirittura prenderà l’iniziativa, aprendo per Rut un nuovo futuro”. Infatti incoraggia Rut, vedova di suo figlio, a trovare un nuovo marito in Israele, che si identifica in Booz, il quale “mostra la sua nobiltà, difendendo Rut dagli uomini suoi dipendenti”. Purtroppo, nota il Papa “è un rischio che si verifica anche oggi”.
Con il nuovo matrimonio di Rut, commenta, “i mondi sono di nuovo pacificati”. Le donne di Israele dicono a Noemi che Rut, la straniera, vale “più di sette figli” e che quel matrimonio sarà una “benedizione del Signore”. Così, chiosa Francesco, “Noemi, nella sua vecchiaia conoscerà la gioia di avere una parte nella generazione di una nuova nascita”.
Guardate quanti “miracoli” accompagnano la conversione di questa anziana donna! Lei si converte all’impegno di rendersi disponibile, con amore, per il futuro di una generazione ferita dalla perdita e a rischio di abbandono. I fronti della ricomposizione sono gli stessi che, in base alle probabilità disegnate dai pregiudizi di senso comune, dovrebbero generare fratture insuperabili.
Pregiudizi superati, per il Pontefice, dalla fede e dall’amore: la suocera “supera la gelosia per il figlio proprio, amando il nuovo legame di Rut; le donne di Israele superano la diffidenza per lo straniero, la vulnerabilità della ragazza sola, di fronte al potere del maschio, è riconciliata con un legame pieno d’amore e di rispetto”.
Lasciando la meditazione preparata, Papa Francesco contesta la visione della suocera come “personaggio mitico” o “brutta figura”:
E la suocera è la mamma di tuo marito, è la mamma di tua moglie. Pensiamo oggi a questo sentimento un po’ pervaso… che la suocera tanto più lontano meglio è. No! È madre, è anziana. Una delle cose più belle delle nonne è vedere i nipotini, quando i figli hanno dei figli, rivivono. Guardate bene il rapporto che voi avete con le vostre suocere e non… sì, alle volte sono un po’ speciali ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto. Almeno farle felici, che portano avanti la loro vecchiaia con felicità.
Se hanno qualche difetto, si possono correggere, come lo stare “attente con la lingua, perchè la lingua è uno dei peccati più brutto delle suocere”.
E tutto questo perché, conclude il Papa, “la giovane Rut si è ostinata ad essere fedele a un legame esposto al pregiudizio etnico e religioso”, e perché “l’anziana Noemi assume l’iniziativa di riaprire il futuro per Rut, invece di limitarsi a goderne il sostegno”.
Se i giovani si aprono alla gratitudine per ciò che hanno ricevuto e i vecchi prendono l’iniziativa di rilanciare il loro futuro, niente potrà fermare la fioritura delle benedizioni di Dio fra i popoli! Dio ci conceda di essere testimoni e mediatori di questa benedizione!
E chiude raccomandando che “i giovani parlino con i vecchi, che i vecchi parlino con i giovani”.
Questo ponte dobbiamo ristabilirlo forte, c’è lì una corrente di salvezza, di felicità. Che il Signore ci aiuti facendo questo a crescere in armonia nelle famiglie, quell’armonia costruttiva che va dai vecchi ai più giovani, quel ponte bello che noi dobbiamo custodire e guardare.
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