A poco serviranno gli studi di un teologo, se la sua mente non è collegata al suo cuore e il suo cuore in ascolto costante di Dio. Questo è ciò che importa nello sviluppo della teologia, assieme al rispetto dei diversi punti di vista, e l’incontro con i membri della Commissione teologica internazionale stimola in Papa Francesco una nuova riflessione su un argomento spesso affrontato.
La missione della Commissione è quello, recita lo statuto, di “studiare i problemi dottrinali di grande importanza” così da aiutare il “Magistero della Chiesa”. Per questo, osserva il Papa, servono indubbie “competenze intellettuali”, ma anche, sottolinea, “disposizioni spirituali”. E la prima, afferma, si chiama “ascolto”:
“Il teologo è innanzitutto un credente che ascolta la Parola del Dio vivente e l’accoglie nel cuore e nella mente. Ma il teologo deve mettersi anche umilmente in ascolto di ‘ciò che lo Spirito dice alle Chiese’, attraverso le diverse manifestazioni della fede vissuta del popolo di Dio. Lo ha ricordato il recente documento della Commissione su ‘Il sensus fidei nella vita della Chiesa’. È bello, mi è piaciuto tanto quel documento, complimenti! Infatti, insieme a tutto il popolo cristiano, il teologo apre gli occhi e gli orecchi ai ‘segni dei tempi’”.
E un segno dei tempi che cambiano anche a livello accademico è dato dalla crescente presenza di donne specializzate in studi teologici. Papa Francesco le definisce con simpatia e intenzione “fragole” di una “torta” sulla quale devono però esservene “di più”. Le loro peculiari doti di “sensibilità” e “intuizione”, osserva ancora, rendono “indispensabile” il loro apporto intellettuale:
“In virtù del loro genio femminile, le teologhe possono rilevare, per il beneficio di tutti, certi aspetti inesplorati dell’insondabile mistero di Cristo ‘nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza’. Vi invito dunque a trarre il migliore profitto da questo apporto specifico delle donne all’intelligenza della fede”.
L’ultima indicazione di Papa Francesco alla Commissione Teologica – giunta al 45.mo anno di attività, nata dopo il Concilio – è quella di conservare l’“unità” pur nella naturale differenza delle culture:
“A partire da questo fondamento e in un sano pluralismo, vari approcci teologici, sviluppatisi in contesti culturali differenti e con diversi metodi utilizzati, non possono ignorarsi a vicenda, ma nel dialogo teologico dovrebbero arricchirsi e correggersi reciprocamente. Il lavoro della vostra Commissione può essere una testimonianza di tale crescita., e anche una testimonianza dello Spirito Santo, perché è Lui a seminare queste varietà carismatiche nella Chiesa, diversi punti di vista, e sarà Lui a fare l’unità. Lui è il protagonista, sempre”.
Papa Francesco si congeda indicando un modello, Maria. È lei, afferma, la “maestra dell’autentica teologia”, Donna “dell’ascolto, donna della contemplazione, donna della vicinanza ai problemi della Chiesa e della gente”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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