Nella catechesi del mercoledì, dedicata stamani al viaggio apostolico di otto giorni in Thailandia e Giappone, il Papa ribadisce la sua ferma condanna alle armi nucleari. La perdita del senso della vita e l’impegno contro lo sfruttamento di donne e minori, tra i temi centrali. Il Papa ha anche annunciato che domenica andrà a Greccio per pregare nel posto del primo Presepio.
La vita non è minacciata solo dalle armi atomiche. Oggi la grave minaccia nei luoghi più sviluppati è la perdita del senso dell’esistenza. Nel ripercorrere i momenti forti in Thailandia e Giappone, da dove ha fatto ritorno ieri, il Papa all’udienza generale in Piazza San Pietro, indica la questione decisiva per l’uomo:
Per proteggere la vita bisogna amarla, e oggi la grave minaccia, nei Paesi più sviluppati, è la perdita del senso di vivere. Le prime vittime del vuoto di senso di vivere sono i giovani, perciò un incontro a Tokyo è stato dedicato a loro. Ho ascoltato le loro domande e i loro sogni; li ho incoraggiati ad opporsi insieme ad ogni forma di bullismo, e a vincere la paura e la chiusura aprendosi all’amore di Dio, nella preghiera e nel servizio al prossimo.
Altri giovani li ha incontrati all’Università “Sophia” che, come tutte le scuole cattoliche, è molto apprezzata in Giappone.
“Proteggere la vita” è stato, infatti, il motto della sua visita in Giappone, iniziata sabato scorso e conclusasi ieri. Si tratta di un Paese che “porta impresse le piaghe del bombardamento atomico ed è per tutto il mondo portavoce del diritto fondamentale alla vita e alla pace”. Il Papa richiama alla memoria le tappe di Hiroshima e Nagasaki con la preghiera, l’incontro con i sopravvissuti e i familiari delle vittime, la “ferma condanna delle armi nucleari e dell’ipocrisia di parlare di pace costruendo e vendendo ordigni bellici”.
Il Giappone, dopo quella tragedia, ha dimostrato una straordinaria capacità di lottare per la vita anche recentemente dopo il triplice disastro del 2011 a Fukushima, colpita da terremoto, tsunami e incidente alla centrale nucleare.
Il primo incontro nel Paese del Sol Levante è stato con i vescovi di questa Chiesa molto piccola, ma portatrice del Vangelo di Gesù. A Tokyo il Papa, oltre alle autorità e al corpo diplomatico, ha avuto l’opportunità di fare visita all’imperatore Naruhito. Nell’orizzonte di quella cultura dell’incontro a lui cara, Francesco auspica che il Giappone, “rimanendo fedele ai suoi valori religiosi e morali e aperto al messaggio evangelico”, possa essere “un paese trainante per un mondo più giusto e pacifico e per l’armonia fra uomo e ambiente
In Thailandia, un antico Regno fortemente modernizzato e prima tappa del suo viaggio, Papa Francesco ha incontrato il Re, il primo ministro e le altre autorità, e ha voluto rendere omaggio alla “ricca tradizione spirituale e culturale del popolo Thai”, il popolo del “bel sorriso”, dice notando che “la gente laggiù sorride” e sottolineando come sia stato significativo l’incontro ecumenico e interreligioso nella maggiore Università del Paese.
Ho incoraggiato l’impegno per l’armonia tra le diverse componenti della nazione, come pure perché lo sviluppo economico possa andare a beneficio di tutti e siano sanate le piaghe dello sfruttamento, specialmente delle donne e dei minori. La religione buddista è parte integrante della storia e della vita di questo popolo, perciò mi sono recato in visita al Patriarca Supremo dei buddisti, proseguendo sulla strada della reciproca stima iniziata dai miei Predecessori, perché crescano nel mondo la compassione e la fraternità.
La visita all’Ospedale Saint Louis, i momenti dedicati ai sacerdoti, ai vescovi, alle persone consacrate e ai gesuiti scorrono nella memoria del Papa così come la Messa celebrata a Bangkok con tutto il popolo di Dio e poi, con i giovani, nella cattedrale, dove si è sperimentato che nella nuova famiglia formata da Gesù ci sono anche le voci del popolo Thai. Dalle sue parole emerge una forte gratitudine per questi due popoli, della Thailandia e del Giappone: “Dio li benedica – conclude – con abbondanza di prosperità e di pace”.
Nei saluti in lingua italiana, il Papa ha anche voluto esprimere la sua vicinanza e la sua preghiera per il popolo albanese, che sta soffrendo in questi giorni a causa del terremoto che ieri ha colpito in particolare la zona di Durazzo. “E’ stata il primo Paese d’Europa che ho voluto visitare“, un popolo a cui “voglio tanto bene“, afferma.
Il Papa richiama anche la beatificazione, sabato scorso in Brasile, del sacerdote Donizetti Tavares de Lima, coraggioso difensore dei poveri, auspicando che si faccia propria la sua testimonianza, con la coerenza delle scelte della vita ispirate al Vangelo.
Nel suo orizzonte anche l’approssimarsi dell’inizio dell’Avvento, con l’annuncio che domenica prossima andrà a Greccio e l’auspicio che l’attesa del Salvatore riempia i cuori di speranza e di gioia nel servizio dei più bisognosi:
Mi recherò a Greccio per pregare nel posto del primo Presepio che ha fatto San Francesco d’Assisi e per inviare a tutto il popolo credente una lettera per capire il significato del presepio.
Debora Donnini – Città del Vaticano
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