In un messaggio a firma del nunzio in Francia, mons. Luigi Ventura, inviato agli organizzatori dell’iniziativa, il Papa ricorda che “la Chiesa non deve mai stancarsi di essere l’avvocata della vita e non deve rinunciare a proclamare che la vita umana deve essere protetta senza condizioni dal momento del concepimento fino alla morte naturale”.
“Qui – aveva detto il Papa ai vescovi francesi nella visita ad Limina del novembre 2015 – non possiamo mai fare compromessi, senza diventare anche noi stessi colpevoli della cultura dello scarto, purtroppo largamente diffusa. Quanto grandi – aveva esclamato allora Francesco -sono le ferite che la nostra società deve subire per lo scarto dei più deboli e più indifesi”, come i bambini ancora non nati, gli anziani e i malati: “Tutti noi alla fine ne porteremo le conseguenze dolorose”.”Al di là della legittima manifestazione per la difesa della vita umana, il Papa incoraggia i partecipanti della Marcia per la Vita a lavorare instancabilmente per la costruzione di una civiltà dell’amore e di una cultura della vita”.
Attualmente in Francia, il parlamento sta per varare una legge che mira a punire i siti web pro-life che propongono alle donne alternative all’aborto. Sul provvedimento, hanno espresso perplessità o aperta opposizione anche molte testate laiche come “Le Monde”, che parlano di legge liberticida e misura bavaglio. In Francia i siti statali propongono solo l’aborto alle donne che vogliono informarsi sull’argomento. Non nominano mai il bambino ma addirittura non parlano neanche di embrione o feto, ma solo e genericamente di “contenuto” della gravidanza.
I siti pro-life si sono inseriti in questa carenza informativa rivolgendosi alle donne che si trovano nell’angoscia di una decisione drammatica e vorrebbero saperne di più. Ma sui siti governativi sembra che l’unica soluzione, quasi un obbligo, sia abortire. Contro il pensiero unico statalista si è mossa la Chiesa francese che al Paese che si vanta di essere la patria della libertà chiede di accettare che ci sia anche chi la pensa in modo diverso.
In Francia, tra pochi giorni potrebbero continuare a gridare con violenza e volgarità, senza rispetto per nessuno, siti integralisti, blasfemi e libertari, mentre chi difende sommessamente la vita potrebbe rischiare fino a due anni di prigione e 30 mila euro di multa.
Fonte it.radiovaticana.va/Sergio Centofanti