In particolare, nel testo al presidente italiano, Giorgio Napolitano, il Papa sottolinea la missione centrale del suo viaggio in Turchia, “favorire l’incontro e il dialogo tra culture diverse” e “rafforzare il cammino dell’unità dei cristiani”, oltre che “condividere momenti di preghiera con fratelli e sorelle nella fede”.
Da parte sua, il presidente dell’Italia osserva che la visita papale fa risaltare il ruolo “cruciale che Ankara è chiamata a svolgere in una regione scossa da forti tensioni e sanguinosi conflitti le cui conseguenze tristemente ricadono su milioni di innocenti”. Napolitano si dice certo che la missione di Francesco in Turchia, “Paese simbolo dell’incontro tra oriente e occidente, tra Islam e Cristianesimo, contribuirà ad alimentare la speranza in un futuro nel quale il riconoscimento costruttivo delle differenze tra culture e religioni sia percepito come una ricchezza e non come pretesto per prevaricazioni degli uni sugli altri”.
In volo verso la Turchia: Telegrammi di Papa Francesco ai Presidenti di Albania e Grecia
Sala stampa della Santa Sede
(al Presidente della Grecia)
HIS EXCELLENCY KAROLOS PAPOULIAS
PRESIDENT OF THE HELLENIC REPUBLIC
ATHENS
I EXTEND CORDIAL GREETINGS TO YOUR EXCELLENCY AND TO ALL THE PEOPLE OF GREECE AS I JOURNEY OVER GREECE ON MY APOSTOLIC VISIT TO TURKEY. I ASK THE LORD TO BLESS THE NATION ABUNDANTLY WITH PEACE AND PROSPERITY.
FRANCISCUS PP.
C o m u n i c a t o
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Francesco il seguente messaggio:
“Santità
desidero farle pervenire il mio ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Turchia.
La sua visita è densa di significati, anche in considerazione del ruolo cruciale che Ankara è chiamata a svolgere in una regione scossa da forti tensioni e sanguinosi conflitti le cui conseguenze tristemente ricadono su milioni di innocenti.
Sono certo che la sua missione in Turchia, paese simbolo dell’incontro tra oriente e occidente, tra Islam e Cristianesimo, contribuirà ad alimentare la speranza in un futuro nel quale il riconoscimento costruttivo delle differenze tra culture e religioni sia percepito come una ricchezza e non come pretesto per prevaricazioni degli uni sugli altri.
Con questo auspicio, Santità, mi è gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione”.
Roma, 28 novembre 2014
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