Il processo ecclesiastico a carico di don Silverio Mura, accusato di avere abusato di due ragazzi 25 anni fa, si chiude con l’assoluzione. A svelarlo sono le Iene, nella loro consueta trasmissione settimanale, e crediamo proprio che anche in questa occasione abbiano perfettamente ragione! E adesso Diego, una delle due vittime, torna a rivivere quell’incubo. Papa Francesco non si arrende, fa riaprire il caso e vuole in tutti i modi la verità!
Assolto. Il tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi di Milano ha assolto don Silverio Mura, il prete napoletano accusato di abusi sessuali su due ragazzi, 25 anni fa. Una storia terribile che vi avevamo fatto conoscere attraverso le sconvolgenti e toccanti parole di Diego, una delle due vittime di Don Silverio(che solo recentemente ha svelato il suo vero nome, Arturo Borrelli).
E solo ieri le autorità inquirenti avevano contattato Diego per dirgli che erano pronte a rivelargli l’esito del processo ecclesiastico a carico di don Mura, ma di volerlo comunicare solo a lui e al suo avvocato. E di non volere che i giornalisti ne venissero a conoscenza.
“Questa decisione non mi sembra giusta. La mia è una storia di dominio pubblico di cui si è parlato in tutto il mondo. Perché la sentenza la dobbiamo sapere solo io e il mio avvocato?”, ancora domande inquitanti e veritieri nel servizio delle Iene. Lo scorso 4 febbraio l’ex vittima di Don Mura si era incatenato in Vaticano, proprio perché non aveva avuto più notizie del processo al suo aguzzino.
E oggi quel processo, dopo 4 anni di istruttoria della Congregazione per la dottrina della fede, è arrivato alla fine, nel modo peggiore per Diego: don Mura è stato assolto.
Diego è ovviamente sconvolto e turbato da questa sentenza: “Abolite i tribunali ecclesiastici – ci dice con un filo di voce – perchè solo dieci giorni fa quando siamo stati chiamati in vaticano il mio avvocato è andato a parlare con gli avvocati della Congregazione della Dottrina della fede e loro ci avevano assicurato che la sentenza sarebbe stata positiva per me. Mi sento preso in giro, anche perché vorrei ricordare che oltre alle due persone che hanno denunciato il prete, c’era anche la testimonianza di una donna che dal suo balcone aveva visto più volte entrare ed uscire i bambini dalla casa di Don Mura. E non bastasse questo io avevo consegnato proprio nelle mani del papa le chat di altre tre vittime, che parlavano in modo inequivocabile di abusi subiti da lui. E infine c’era la rivelazione di Ciro Guarente, il presunto assassino di Vincenzo Ruggiero che aveva parlato di abusi subiti sempre da Don Silverio”. Diego non ha nessuna intenzione di abbandonare la sua battaglia, e cercherà adesso di attirare il più possibile l’attenzione della stampa su una sentenza che ritiene scandalosa. E naturalmente, di presentare ricorso.
Diego la scorsa estate era andato in udienza dal Santo Padre. In quella occasione gli ha raccontato la lotta per veder riconosciute dalla Chiesa le violenze subite. “Mi ha detto: ‘Procedi per la tua strada’”. E il Pontefice, racconta Diego, aveva preso il fascicolo con tutta la documentazione del suo caso e l’aveva consegnato alla sua segreteria prendendosi l’impegno di continuare a indagare.
Nel nostro primo servizio, Arturo Borrelli, al tempo ancora sotto il nome di Diego, ha raccontato le violenze sessuali subite “per 3 anni, 2-3 volte alla settimana” e il dramma vissuto. Dopo 25 anni, registrando tutto, aveva incontrato di nuovo don Silverio, che non negava quanto avvenuto ma lo invitava solo a pregare. La Curia di Napoli poi lo aveva fatto sottoporre a una perizia psichiatrica (lui aveva registrato anche quella), che in realtà sembra incolpare lui per il fatto di essere andato a casa del sacerdote.
Gli abusi di don Silverio non avrebbero segnato la vita solo di Diego, che da allora vive tra psicofarmaci e attacchi d’ansia e di panico. Ci sarebbero altre vittime. Una di queste, Giuseppe (anche in questo caso il nome è di fantasia), l’abbiamo intervistato incappucciato. Almeno altre nove persone sarebbero disposte a testimoniare per quello che, come sosteniamo nel servizio della Iena Pablo Trincia e dell’autore Marco Fubini, potrebbe essere “uno dei più grossi casi per abusi sessuali all’interno della Chiesa italiana”.
Don Silverio, nel frattempo, si era trasferito al Nord, a Montù Beccaria (Pavia), dove, sotto il falso nome di don Saverio Aversano, continuava tranquillamente a fare il catechista. È bastato che andasse in onda il nostro servizio perché il sacerdote facesse perdere di nuovo le sue tracce. Mentre le mamme del paese raccontavano a noi (scrivono ancora le Iene)e in una lettera al Papa il loro sconcerto. Perché il catechista dei loro figli era un uomo accusato di pedofilia. Un uomo che però, adesso, la Chiesa ha giudicato e assolto.
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