“Prego affinché i cristiani non siano costretti ad abbandonare l’Iraq e il Medio Oriente”. È uno dei passaggi più importanti del discorso che il Papa ha rivolto ai partecipanti al Sinodo caldeo, ricevuti in udienza in Vaticano. Francesco ha chiesto ancora una volta alla comunità internazionale di attuare tutte le “strategia valide” per riportare la pace nell’area. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Pietre ultramillenarie sbriciolate dai bulldozer, che macinano sotto i cingoli la storia cristiana e prima ancora quella ebraica. O colpi di mortaio che sventrano chiese e cuori, preda di paure e di voglia di fuga.
Vitale presenza cristiana
Iraq e Siria hanno conosciuto tutto questo da troppi anni e nel momento in cui Papa Francesco si trova seduto accanto ai vescovi della Chiesa Caldea diventa per lui impellente manifestare solidarietà verso gli abitanti di terre in cui, riconosce, la situazione “è gravemente compromessa dall’odio fanatico del terrorismo che continua a provocare una forte emorragia di fedeli”:
“Questo stato di cose sta certamente minando alle fondamenta la vitale presenza cristiana in quella terra che ha visto iniziare il cammino del patriarca Abramo, risuonare la voce dei Profeti che richiamavano alla speranza Israele durante l’esilio, fondare le prime Chiese sul sangue di tanti martiri, testimoniare la pienezza del Vangelo, far crescere le società con il proprio contributo, durante secoli di pacifica convivenza con i nostri fratelli seguaci dell’Islam”.
La Santa Sede vi è vicina
I nostri tempi sono invece segnati purtroppo, osserva il Papa, “da innumerevoli esempi di persecuzione, anche fino al martirio”, uno stato di cose che fa soffrire la Chiesa Caldea alla quale sono ben presenti anche “i bisogni dei fedeli nella diaspora”, che “sentono – dice Francesco – il desiderio di restare saldi nelle proprie radici e di inserirsi nei nuovi contesti”:
“Pertanto confermo, oggi più che mai, tutto il sostegno e la solidarietà della Sede Apostolica a favore del bene comune dell’intera Chiesa Caldea. Prego affinché i cristiani non siano costretti ad abbandonare l’Iraq e il Medio Oriente – penso in particolare ai figli e alle figlie della vostra Chiesa, con la loro ricca tradizione”.
“Stategie valide” per la pace
Il Papa chiede al clero caldeo di condividere un cammino di unità durante il Sinodo – spostato a Roma proprio per problemi a celebrarlo ad Ankawa, nel Kurdistan iracheno, oggi ricovero di migliaia di profughi cristiani. Favorite “il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori della vita pubblica”, è la raccomandazione di Francesco, e contribuite “a risanare le divisioni”, impedendo che ne insorgano altre”:
“La vostra visita mi permette di rinnovare un accorato appello alla comunità internazionale, affinché sappia adottare tutte le strategie valide al fine di promuovere il raggiungimento della pace in Paesi terribilmente devastati dall’odio (…), affinché i luttuosi drammi inferti dalla violenza lascino il posto ad un clima di reciproca convivenza”.
Paterni con i sacerdoti
Vi incoraggio, soggiunge il Papa, “a essere paterni con i sacerdoti e con tutti i consacrati, che sono i vostri primi collaboratori, e, nel rispetto della tradizione e delle norme, ad essere accoglienti verso di loro, benevoli e comprensivi verso le loro necessità, avviando percorsi perché siano sempre più consapevoli delle esigenze del loro ministero al servizio dei fedeli”. Così facendo – conclude – “riuscirete a colmare le distanze che separano e a discernere le risposte alle urgenze attuali della Chiesa Caldea sia nella madrepatria sia nella diaspora”.
Redazione Papaboys (Fonte www.news.va/it.radiovaticana.va)
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