Umanizzare l’economia, unendo l’efficienza con la solidarietà e lottando contro la “corruzione”. È l’esortazione di Papa Francesco ai dirigenti, ai dipendenti, con i familiari, della Banca di Credito Cooperativo di Roma, nel sessantesimo di fondazione dell’istituto. Ai circa 7 mila presenti in Aula Paolo VI, accompagnati dal presidente Francesco Liberati, il Pontefice ha pure parlato di un uso “solidale e sociale del denaro”, perché – ha detto – “non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale”. Il servizio di Giada Aquilino per la Radio Vaticana:
Economia dell’onestà
Una “sana e prudente” gestione vale “sempre e per tutti”: l’obiettivo dev’essere “far crescere l’economia dell’onestà”. Papa Francesco parla ai dipendenti della Banca di Credito Cooperativo di Roma, attiva anche nel resto del Lazio e in Abruzzo, la “più grande in Italia”, e sottolinea come il loro lavoro sia “un mestiere delicato”, che richiede “grande rigore”:
“Economia dell’onestà, in questo tempo in cui l’aria della corruzione viene dappertutto. A voi è chiesto non solo di essere onesti – questo è normale – ma di diffondere e radicare l’onestà in tutto l’ambiente. Una lotta contro la corruzione”.
Persona al centro, non Dio denaro
La banca cooperativa, spiega, deve avere “qualcosa in più”: cercare di “umanizzare l’economia, unire l’efficienza con la solidarietà”. Punti di partenza, ricorda, sono il “valore” degli esseri umani e la “vita delle famiglie”, perché al centro dell’impegno dev’esserci sempre “la persona, non il Dio denaro”:
“Non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale”.
Fare insieme e per gli altri
È il Papa dell’enciclica “Laudato si’” ad auspicare un uso “solidale e sociale del denaro” e a ricordare che una cooperativa può diventare anche “una grande impresa”, ma la sua missione è un’altra:
“La sfida più importante è crescere continuando ad essere una vera cooperativa, anzi, diventandolo ancora di più. E’ una vera sfida! Questo significa favorire la partecipazione attiva dei soci. Fare insieme e fare per gli altri”.
Affrontare i problemi con le proprie forze
Un altro carattere di tali realtà è la “sussidiarietà”, messa in pratica – nota il Pontefice – quando sono state affrontate “le difficoltà della crisi”: le cooperative l’hanno fatto con i propri mezzi, “riunendo le forze e non a spese degli altri”.
“Questo è sussidiarietà: non pesare sulle istituzioni e quindi sul Paese quando si possono affrontare i problemi con le proprie forze, con responsabilità”.
Allargare l’orizzonte
L’esortazione di Francesco è dunque ad andare avanti “nel cammino di integrazione delle banche di credito cooperativo in Italia”:
“Non solo perché, come si dice, l’unione fa la forza, ma perché bisogna pensare più in grande, allargare l’orizzonte”.
In tale prospettiva Francesco cita le risorse “importanti” destinate da tali banche alla beneficenza e alla mutualità, una consuetudine – dice – tipica “delle buone cooperative”:
“Vi incoraggio anche a curare come il reddito viene prodotto, con quale attenzione a tenere sempre al centro le persone, i giovani, le famiglie”.
Il lavoro dà dignità
Perché lo spirito delle iniziative di cooperazione, prosegue, rimane sempre “valido”:
“La Bcc può essere il nucleo intorno a cui si costruisce una grande rete per far nascere imprese che diano occupazione: ci sono tanti senza lavoro… Imprese che diano occupazione per sostenere le famiglie, per sperimentare il microcredito e altri modi di umanizzare l’economia e soprattutto per dare l’opportunità che ogni uomo e ogni donna abbiano la dignità, quella dignità che dà il lavoro”!
L’udienza di febbraio
D’altra parte, ricorda Francesco, già in febbraio incontrò i rappresentanti di Confcooperative e Federcasse, incoraggiandoli – tra l’altro – ad essere un “motore” che sviluppa “la parte più debole delle comunità locali e della società civile”, pensando soprattutto ai giovani senza lavoro e puntando alla nascita di nuove imprese cooperative. In quell’occasione il Papa aveva auspicato pure “nuove soluzioni di welfare, a partire dal campo della sanità”, “soluzioni cooperative e mutualistiche per la gestione dei beni comuni, che non possono diventare proprietà di pochi né oggetto di speculazione”, e una “globalizzazione della solidarietà”.
Incoraggiamenti, questi del Papa, dettati dall’esperienza di una Chiesa che “conosce bene il valore delle cooperative”, perché alle origini di molte di esse ci sono dei sacerdoti, dei fedeli laici impegnati, delle comunità animate dallo spirito di solidarietà cristiana: un “movimento” che non si è “mai esaurito”. L’auspicio finale è dunque “esercitare con fedeltà e creatività” la missione del credito cooperativo, con quella coerenza e quella gioia “che viene quando si opera per il bene comune”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana