Ma che truffa per gli artisti vedere che la liberta’ individuale sia incanalata in itinerari preconfezionati come un viaggio in uno di quei villaggi turistici che ti fanno vedere e fare tutto, senza aver visitato nulla del luogo. Gli steccati turistici di questo viaggio esistenziale sono ora dislocati nei contenitori di mandrie umane ora materializzati nell’incantevole mini-stanza di un appartamento. Per incantevole si intende una Regina della Notte che riduce al proprio volere. Quei legni che tengono mandrie ben attaccate i cui capi (di bestiame) scalpitano fianco a fianco per galoppare nei sentieri prestabiliti, ora sono trasfigurati in mura di casa, fili elettrici, antenne, cuffie, schermi.
Giovaneeeeeeee! Dove seiiiiiiiii! Perche’ non vieni a sentire il suono del flauto. Ricordati. Che ad ogni Regina della Notte si puo’ rispondere con il zufolare del Flauto Magico! Ma spaventa cosi’ tanto questo cilindro d’argento? Ma te lo ricordi come era fatto una volta? Lo sai che oggi e’ uno strumento tecnologicamente avanzato!
Tec-no-lo-gi-ca-men-te a-van-za-to! Ma ti ricordi la rozzezza di come era un flauto nei tempi remoti? Altro che strumento tecnologicamente moderno come quello di oggi che e’ addirittura costruito in platino, in oro oppure argento massiccio. Dovreste essere attratti da cio’ che e’ moderno, no? Solo a vederlo e’ un gioiello di assemblaggio. E che gioia vederlo scintillante e pluri-rifinito anziche’ doverlo pensare come oggetto immaginario di stanche, vetuste ed obsolete narrazioni scolastiche: presso il fiume Ladone Pan insegue la Dea Syrinx che si trasforma in canna per non essere posseduta. Lui invece la taglia in tanti pezzi ognuno piu’ corto dell’altro ed assembla un…flauto. Il flauto di Pan! Che noia. Subito subentra un coma d’attenzione e le membra si fanno pesantissime, anzi diciamolo in gergo aggiornato: i muscoli della testa sono pieni di acido lattico! Ci vorrebbe subito un Gatorade! Ma tanto per viziarvi e circuirvi e blandirvi, pensiamo invece l’argomento flauto inserito in un
raffinato cambiamento di ottica e riportiamo il mito ad un argomento che puo’ interessarci. Il riuso. Il riciclaggio ecologico… Eco-logico. E che strana coincidenza: vi e’ un brano nel nostro pericoloso repertorio flautistico che si chiama proprio Pan ed Eco! Ed allora la povera Dea era detta (italianizzando) Siringa! Deliziose italianizzazioni: la piu’ vicina ai nostri giorni quella di un tifoso meridionalissimo che chiamava un calciatore Boniecco (Boniek ex calciatore della Juventus) per tornare indietro a Volfango Amadeo e sapete a chi mi riferisco… (continua…..)
Marco Celli Stein (Musicista e Direttore d’Orchestra – Presidente Associazione Musicale Internazionale)
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